VAR UN CORO DI SÌ
Da Commisso a Sticchi Damiani convince l’impiego del challenge Gasp contrario: «Non voglio fare l’arbitro»
La richiesta si era tramutata in un tormentone. «Ma perché l’arbitro non è andato al video?», l’abbiamo sentita ripetere sempre con maggiore frequenza nelle ultime settimane, esigenza di parità di trattamento, prima ancora che di giustizia di fondo. E ora che, dopo la proposta del nostro giornale di introdurre il challenge, ovvero la richiesta da parte delle panchine di una supervisione Var, è stata sposata dalla Figc con una sollecitazione alla Fifa, la risposta del mondo del calcio non poteva che essere favorevole. A cominciare da Fabio Paratici, dt della Juve, che giovedì a San Siro ha detto che «siamo sempre stati aperti alle novità, poi bisogna vedere i termini in cui si concretizza questo tipo di richiesta».
COMMISSO. Aderisce con entusiasmo Rocco Commisso, che aveva espresso con toni forti tutto il suo malumore dopo Juventus-Fiorentina del 2 febbraio: «Sono contento che ci sia stata questa apertura alle richieste degli allenatori. Voglio portare il calcio italiano a fare passi in avanti. Avete visto cosa è successo al Milan. Non è solo Rocco che parla di ingiustizie, ci sono anche altre squadre. Fare progressi con il Var sarà un bene per il calcio» ha spiegato ieri il dirigente che arriva dalla cultura dello sport Usa, avanti di molto nell’applicazione della tecnologia.
RANIERI. Il tecnico della Samp Claudio Ranieri lo vede come un segno di apertura: «La nostra chiamata può essere simpatica, bisogna vedere come la prendono gli arbitri - ha spiegato ridendo - Un conto è che la chiamino loro e un altro che la chiamiamo noi. E’ un segno di apertura. Gli arbitri sono sempre più competenti ma qualcosa può sfuggire e questa macchina può essere utile affinché le partite siano più giuste e reali».
FONSECA. Favorevole di massima l’allenatore portoghese della Roma, Paulo Fonseca, in attesa di conoscere i dettagli: «Sono sempre a favore di tutto quello che possa migliorare il calcio. Ma non ho capito bene la questione, preferisco aspettare prima di parlarne».
FENUCCI.L’amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci, allarga il discorso alla strada da percorrere: «Qualsiasi riforma importante nell’ambito dell’innovazione tecnologica legata agli arbitraggi andrebbe discussa prima all’interno delle istituzioni, Lega e Federazione, con le società interessate. In generale l’uso esasperato della tecnologia può creare dinamiche di comportamento dei tesserati che renderebbero difficile la valutazione degli episodi. Siamo ancora in una fase di affinamento dello strumento e credo che ora la cosa principale sia lasciare il tempo agli arbitri di migliorare i processi di valutazione, e mantenere al contempo un po’ più di serenità nei giudizi».
CAIROEGLIALTRI.Il presidente del Torino, Urbano Cairo, aveva lanciato l’idea oltre un anno fa: «Una chiamata a partita o una per tempo penso che potrebbe migliorare le cose» aveva detto a Sky nell’ottobre 2018. Il numero uno del Lecce Saverio Sticchi Damiani è totalmente a favore: «Già dopo le proteste del Napoli per il rigore reclamato contro di noi, ho ribadito che è un problema di regole, per cui più le regole sono chiare e meno polemiche ci sono. Quindi aderisco alla proposta». Davide Vagnati (Spal) è sulla stessa linea: «Guardo con favore all’idea. Credo che ci possano essere delle possibilità di avere ancor più chiarezza in certi episodi. Penso anche che però debba essere una possibilità circoscritta e in numero limitato con regole chiare». Anche Giovanni Carnevali (Sassuolo) è favorevole, auspicando rigore nel protocollo: «Potrebbe essere una cosa positiva, però bisogna capire bene come eventualmente procedere nell’attuazione perché c’è già molta confusione. Può essere non facile da mettere in pratica, viste anche le decisioni che deve prendere l’arbitro. E va gestita perché non può andare a spezzettare ulteriormente il gioco».
GASPCONTRO.Totalmente contrario è invece Gian Piero Gasperini, tecnico dell’Atalanta: «Se venisse accolta avremmo ad ogni partita una sequela insopportabile di soste. Col Var lavorano ben 4 arbitri più altri addetti che se operano bene bastano ed avanzano: qui sta il problema. A prescindere che non voglio assolutamente fare... l’arbitro». La chiosa è del decano dei tecnici, Renzo Ulivieri, presidente dell’assoallenatori, che va oltre: «Come idea, in linea generale, sono favorevole. Ma arrivare al 100% senza errori è impensabile». Provare ad avvicinarsi, è però un tentativo da fare.
Gasperini contrario: «Ci sono già troppe soste. E io non voglio fare l’arbitro»
«Potrebbe essere una cosa positiva Bisogna capire bene come procedere perché c’è già molta confusione»
Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo
«Sono contento Visto? Non parlo di ingiustizie solo io Fare progressi con il Var sarà un bene per il calcio»
Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, ieri mattina
«C’è un problema di regole, per cui più le regole sono chiare e meno polemiche ci sono. Quindi sono favorevole»
Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce
«Una chiamata in ogni partita o una per tempo penso che potrebbe migliorare le cose»
Urbano Cairo, presidente del Torino, nell’ottobre 2018