Corriere dello Sport

Conte sfida l’emergenza «I problemi ci caricano»

«Le assenze e la stanchezza hanno responsabi­lizzato i miei Ora riprendiam­o la Juventus»

- Di Pietro Guadagno

L’ ultima gara dell’anno diventa anche l’occasione di stilare un primo bilancio. Sono trascorsi sei mesi dal suo insediamen­to in panchina, ma si può già affermare che Conte non sia più soltanto un allenatore. E’ già il centro dell’universo nerazzurro. Tutto ruota attorno a lui. «Stiamo facendo un grande lavoro e tutti insieme puntiamo a costruire qualcosa di importante - racconta il tecnico leccese -. Per me è fondamenta­le lasciare una traccia, che non significa per forza di cose vincere, ma porre fondamenta: cultura del lavoro, profession­alità, serietà nei comportame­nti. Per cominciare questa avventura all’Inter ha sicurament­e influito il fatto di ritrovare Marotta, con cui c’era già stato un rapporto in passato. Poi, mi è piaciuto molto quel che ha detto il presidente (Steven Zhang, ndr), l'ambizione della proprietà e la voglia di costruire qualcosa, sapendo tutti quanti che la base di partenza era lontana dalla possibilit­à di giocarci qualcosa di importante».

SEGNALE IMPORTANTE. Già, ma queste erano le premesse di quando è cominciata. Ora, pur avendo dovuto abbandonar­e la corsa in Champions (a primavera si ripartirà dall’Europa League) l’Inter ha l’opportunit­à di appaiare la Juventus in vetta alla classifica. E farlo a due giornate dalla fine del girone di ritorno avrebbe certamente un significat­o. «Sarebbe un segnale importante per noi e tutto l'ambiente - afferma Conte -. Avevo detto che avremmo cercato di arrivare a Natale nel migliore dei modi possibili e, ora che siamo lì, sarebbe fantastico battere il Genoa, in una situazione di grande emergenza. Ma è stato sempre così e io non ho nascosto la mia preoccupaz­ione di dover far giocare sempre gli stessi, correndo pure qualche rischio». Già, ma certe difficoltà, se poi le superi, hanno anche un risvolto positivo. «Dover affrontare tanti problemi ha responsabi­lizzato i giocatori. Tutti hanno capito che bisognava alzare i giri del motore e dare di più. Contro il Genoa, mancherann­o anche Brozovic e Lautaro per squalifica, ma la squadra ha già dimostrato di sapere dare il meglio nell’emergenza».

SQUADRA CREDIBILE. Il cammino, però, resta ancora lungo e impervio. «Ci vorrà pazienza, innanzitut­to da parte mia. A volte, non devi vincere per forza. Può capitare, infatti, che pur vincendo, la realtà è che stai distruggen­do. Mentre ci sono situazioni in cui, pur non vincendo, ti rendi conto che stai costruendo basi solide, quelle che servono per durare nel tempo. Vogliamo fare le cose per bene, in maniera seria. Se i tempi si accorciano tanto meglio, ma c’è la consapevol­ezza che ci sono anche altre squadre forti, che hanno iniziato il loro percorso da un bel po’ di tempo». Il lavoro di questi mesi, comunque, qualcosa ha già prodotto, al di là dei numeri e della classifica in campionato: «L'obiettivo è sempre stato quello di diventare una squadra credibile. Chi ci affronta deve sapere che sarà dura». E anche se l’Inter non vince da tre gare, Conte non ha perso le sue certezze: «Potevamo stare più attenti e sfruttare meglio alcune situazioni, ma sono state comunque prestazion­i positive. Dalle quali abbiamo raccolto meno di quanto meritavamo».

«Costruiamo su basi solide, giocare contro di noi non è facile per nessuno»

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ANSA Arturo Vidal (32 anni) jolly cileno del Barça Accanto a lui l’Inter di oggi

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