Roma senza tregua Fonseca non cambia
A Udine (21) recupera solo Ünder e Kluivert ma perde Juan Jesus Mancini resta al centro E sabato c’è il Napoli
Non giocava novanta minuti in campionato da 14 mesi, quando le percezioni della Roma erano diverse e il suo arrivo un progetto ambizioso. Ma adesso Javier Pastore ha smesso di avere paura. Dei suoi stessi muscoli, dei fischi della gente che sono diventati applausi, delle teste degli allenatori che vibrano sconsolate. Contro il Milan è stato, udite udite, il calciatore che ha percorso più strada di campo fra tutti: le statistiche raccontano di 11,727 chilometri di movimento, a cui bisogna aggiungere un’ottima predisposizione ai recuperi (9).
CRESCITA. Il resto è la solita qualità, che invece di trastullarsi in un’autocelebrazione è stata messa a disposizione della squadra. Gli è mancato il gol, perché ha sbattuto contro Donnarumma e perché nel secondo tempo è partito in leggero fuorigioco sul pallone giusto, ma è solo questione di tempo. Se continua a crescere in termini di condizione, Pastore può diventare con una stagione di ritardo il grande acquisto della Roma. O meglio di Fonseca, che già in estate lo aveva individuato come alternativa di lusso da inserire nelle serrature bloccate. «Adesso sta bene fisicamente e gioca con fiducia» chiarisce l’allenatore, che sembra intenzionato a concedergli a Udine la quarta vetrina consecutiva. Pastore gli ha dato ampia disponibilità, riconoscendogli grandi meriti: «Fonseca ci sta mettendo molto del suo, ci vuole sempre determinati e non ci lascia mai. Ci parla, ecco. Questa cosa mancava in passato. La mia situazione non è stata semplice, un anno passato senza giocare molto. La verità è che mi hanno gestito bene e voglio ringraziare tutti per questo». La solita frecciata è inviata a Di Francesco, con il quale ha litigato più volte. Tutto passato: «Da tanto non giocavo così spesso, se Fonseca vuole io sono pronto anche per Udine».
MOSAICO. Per una strana combinazione sta giocando più mezz’ala che trequartista, in un 4-1-4-1 non così distante da quello che Di Francesco e (soprattutto) Monchi avevano immaginato per lui. Ma la Roma adesso può permettersi un “dieci” prestato al centrocampo perché dietro, a coprire le spalle, propone Gianluca Mancini in veste di frangiflutti, un mediano che sa impostare il gioco meglio di tanti professionisti del ruolo. «E’ un giocatore che ha piedi buoni spiega Fonseca - e che sa far partire l’azione dal basso. Per questo ho pensato che potesse giocare bene davanti alla difesa anche se devo riconoscere che mi ha sorpreso per la velocità di adattamento». Mancini era l’equilibratore che mancava alla Roma, il playmaker capace di abbassarsi per proteggere Smalling e Fazio ma al tempo stesso di scalare in mezzo ai due quando la Roma è in possesso palla, per uscire dal pressing.
Javier ora si è messo alle spalle la stagione nera con Di Francesco «Io, gestito male»
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VALUTAZIONI. E’ proprio vero che non tutto il male viene per nuocere. Nella situazione di ne