«Un bel regalo a tutto il territorio»
IL PATRON GIALLOROSSO PUNTA AL RILANCIO NON SOLO IN CAMPO
- Saverio Sticchi Damiani ha uno zio. «Il fratello di mio padre, Angelo. Il presidente dell’Aci. Io non capisco nulla di automobili, lui sa poco di calcio. Non ci diamo consigli. Ci facciamo coraggio a vicenda. Crediamo entrambi che lo sport veicoli valori. Mi ha dato anche una mano nei rapporti con le istituzioni». Saverio è presidente del Lecce da tre anni. Ha uno studio legale di famiglia a Roma, ma la sua città è Lecce. A un certo punto gli hanno detto che il club rischiava di scomparire. La precedente proprietà non riusciva più a gestirlo. «Ho visto la squadra di calcio come fanno in tanti: una manifestazione dell’attaccamento alle proprie radici. Essere tifoso ti spinge a buttarti in situazioni a cui con la semplice razionalità non ti avvicineresti neppure.
E’ una società particolare, costituita da un gruppo di soci ciascuno con la propria attività professionale, chi consulente finanziario, chi assicuratore, un solo imprenditore nel vero senso della parola. E Sticchi Damiani eletto presidente per acclamazione, pensaci tu vecchio, con tutti gli oneri e le responsabilità del caso. Vecchio no, e poi adesso il presidente giovane va molto di moda. «Mi è sembrato giusto fare qualcosa, con entusiasmo, ma pure con la moderazione che il calcio richiede. Però quando abbiamo capito che la seconda promozione di seguito era possibile non ci siamo spaventati. Anzi, siamo intervenuti con decisione sul mercato di gennaio perché l’occasione andava colta». Sono arrivati Tumminello (ora al Pescara), Tachtsidis, Majer e altri. La piazza ha apprezzato. «Nessuno credeva alla promozione, all’inizio del campionato. Ma non è stato tanto questo a trascinare i tifosi. Io ho molto gradito il fatto che tutti hanno mostrato riconoscenza nei confronti di chi non ha lasciato che il calcio scomparisse dalla città».
E’ un Lecce che coinvolge e comprende. Fabio Liverani è uno che appena si libera degli impegni con la prima squadra va a vedere le partite del settore giovanile. La società ha ricominciato molto da zero ma si è tenuta lo staff amministrativo delle gestioni precedenti. «Qualità professionali e umane. Perché avremmo dovuto sostituirli? Senza contare il fatto che la continuità rende le cose più semplici. Anche nel caso dell’allenatore: viene scelto riflettendo con calma e non vedo perché bisognerebbe sostituirlo sotto l’effetto dell’emotività». Un altro indizio sul fatto che da queste parti progetto a lunga scadenza non è ancora considerata un’espressione becera. Sticchi Damiani continua: «Io credo che abbiamo fatto un regalo non solo agli appassionati di calcio ma a tutto il territorio, compresi gli operatori del turismo». Riportando una realtà territoriale su un palcoscenico nazionale.
«A gennaio abbiamo deciso di inseguire il secondo salto di flla Ed ecco i rinforzi...»