Benitez, la realtà è che il suo tempo è già scaduto
Tifosi contro, club freddo, squadra ostile: solo un filotto di vittorie scacciacrisi potrebbero evitargli l’esonero
È da sette anni che il Real Madrid non esonera un tecnico a stagione in corso, ma è altrettanto vero che le merengues in altrettante stagioni hanno sollevato solamente un titolo di Liga. La pazienza di presidente e tifosi è ai minimi storici, e Benitez potrebbe rimandare l'adíos alla panchina dei blancos solo con un filotto di vittorie. Missione difficile a giudicare dal gioco e dalla solidità espressa negli ultimi mesi, ma forse non impossibile. Intanto Zidane attende in silenzio, mentre i tifosi mugugnano e preparano i fazzoletti bianchi per l'ennesima "pañolada" di protesta da sventolare al primo passo falso.
SOTTO ESAME. I prossimi due esami che Rafa dovrà supe- rare sono la Real Sociedad (domani alle 16) e il Valencia di Neville. Ma più che i rivali l'ostacolo il Madrid ce l'ha in casa, e assomiglia a una spirale che spinge giù le merengues. Si tratta dei fischi dei tifosi, degli infortuni (ultimo il quasi certo forfait di capitan Ramos) e dell'insicurezza di una squadra che ha mostrato più volte pericolosi black-out. I fischi per il tecnico spagnolo sono cominciati a inizio novembre, dopo la vittoria col PSG. Ironia della sorte gli ultimi sono arrivati con un altro trionfo, quello per 10-2 su un Rayo Vallecano rimasto ingiustamente in nove. Pubblico mai soddisfatto? Non proprio perché quest'anno Ronaldo e compagni contro le grandi hanno quasi sempre perso e anche nelle suddette vittorie hanno dimostrato di concedere troppe palle gol agli
Rafael Benítez Maudes detto Rafa, 55 anni, ex tecnico del Napoli ora al Real Madrid. avversari e di soffrire a centrocampo. Se il peccato capitale di Benitez è di non aver mai provato a conquistare lo spogliatoio, quello del presidente Perez è di aver esonerato Ancelotti. E la cadu-
Sono 7 anni che il Real non cambia allenatore in corsa Intanto Zidane aspetta in silenzio...
ta di consensi presidenziale non fa che aggravare la posizione di un Rafa, ormai a un passo dal precipizio. In situazioni come questa il numero uno delle merengues è solito riproporre lo stesso schema pre-esonero che consta di tre passi. Primo: conferenza stampa straordinaria per confermare la totale fiducia nel mister (avvenuta a fine novembre). Secondo: il fiorire delle voci, sulla stampa iberica, del malcontento dei "piani alti" del club contro il tecnico (non si legge altro da settimane). Terzo: richiedere l'ormai famoso sondaggio di valutazione dei soci sul tecnico, oltre ai candidati preferiti per la panchina (come successo la settimana scorsa). Insomma, tutto è pronto per il cambio in corsa dell'extecnico del Napoli.
A GIUGNO? Eppure una possibilità Rafa se la potrebbe guadagnare, rimandando però solo di qualche mese l'adíos. L'ultimo allenatore del Madrid esonerato a stagione in corso, infatti, è stato Bernhard Schuster nel 2008, ma allora il presidente era Calderón. Nelle tredici stagioni - in due tappe - sotto il mandato di Perez, in- vece, solo due volte è stato cacciato un tecnico prima del termine della Liga. Accadde nel 2004 con García Remón e l'anno successivo con Vanderlei Luxemburgo. Ma gli ultimi tre sacrificati eccellenti del presidente Perez - da Pellegrini a Mourinho fino a Carlo Ancelotti - sono arrivati tutti, anche se alcuni calcisticamente con il cappio al collo, a concludere la stagione. A questo poi si deve aggiungere la preferenza di Zidane di affrontare una sfida di per sé terribilmente impegnativa come quella di allenare le merengues con l'estate davanti. Estate che è sinonimo di preparazione, studio tattico e una partenza graduale con le amichevoli estive, utile per un tecnico che avrebbe appena fatto il grande salto come il francese.