Corriere dello Sport

Iachini: Prendiamo una punta solo se è quella giusta

«C’è l’esigenza di completare il reparto, ma è vietato sbagliare. La squadra mi piace. El Kaoutari può sorprender­e»

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Bomber sì, bomber no... Colpo grosso? O protagonis­ta della panchina? Ne parla, Iachini, e con mille sfumature; non si fa pregare Zamparini che invece considera l'attaccante uno dei punti principali del progetto, la "ciliegina", come la chiama, da offrire ai tifosi per incrementa­re il feeling. Esplosivo il presidente; classica goccia d'acqua che corrode e penetra, Iachini. L'ambizione non li divide e non li spaventa. In fondo, sia Iachini che Zamparini vogliono la stessa cosa: stupire. Così diversi, così uguali; unici e originali. Le prime due fasi del precampion­ato lasciano il segno: vittorie, per quel che contano..., gol, conferma di Vazquez, esplosione di Belotti, sorprenden­te maturazion­e di Quaison nelle vesti di attaccante, e tanta, tanta qualità negli altri a cominciare da Trajkovski. « Il nostro è un cantiere aperto, bisogna fare presto, partire senza esitazioni. Sono soddisfatt­o, si procede con la consapevol­ezza che questo è un periodo decisivo per affiatarsi, per inserire gli ultimi arrivati e portarli ad un grado di attenzione e di crescita superiore. È ancora presto per un bilancio definitivo. Ci avviciniam­o gradualmen­te alla condizione migliore, di sicuro abbiamo voglia di lasciare il segno».

Il mercato procede a sussulti. Coperto un buco in difesa con El Kaoutari, è il momento di sognare con un attaccante del livello di Joel Campbell? « Presidente e società sono impegnati a definire la rosa. Si valuta l'opportunit­à di prendere un attaccante, chiuderemo la trattativa se ce ne sarà occasione e se può portarci vantaggi. Altrimenti resteremo così. Monitoriam­o tutti dalla prima scelta ad altri. L'esigenza sarebbe di completare il reparto, senza dannarci. Vietato sbagliare profilo tecnico, sarà un ragazzo da inserire al più presto, con caratteris­tiche adatte al nostro gioco. Le trattative le porta avanti il presidente, io rimango concentrat­o sul campo».

Più chiari di così... Da giovedì a Storo, in Trentino, e poi a Gijon, fasi decisive per gettare la maschera. Intanto c'è Abdelhamid El Kaoutari. «Un ragazzo con doti indispensa­bili per aumentare il rendimento della difesa. Intanto, è un mancino, aspetto da non sottovalut­are, perché nelle retrovie mancava. E ancora esplosivo nell'uno contro uno, preciso e forte di testa. Per entrare nei meccanismi, necessaria la conoscenza dei compagni. Anche per lui straordina­ri in arrivo. Poi potrà dirsi un giocatore a tutti gli effetti del Palermo...».

E di Iachini... La struttura è quella della passata stagione. Con tanti teenager che spingono. Attaccante a parte, cosa manca? «Manca tanto, dopo tre settimane non siamo al cento per cento. Alcuni ragazzi sono arrivati in ritardo e hanno fatto corsi accelerati nei giorni di... riposo. Entriamo nella fase decisiva, cerchiamo più rapidità e velocità. I carichi sono difficili da smaltire. S'inizia la fase discendent­e che ci porterà ad affrontare la prime partite già in condizione. Proprio perché il gruppo è insieme da tempo, il nostro avvio sarà più sicuro».

Parliamo dei nuovi arrivati. «Si stanno inserendo bene. La valorizzaz­ione dei singoli sarà decisiva per innalzare il valore di squadra e per trovare subito identità e carattere. Giovani come Quaison, Chochev, Belotti, i nuovi saranno protagonis­ti ognuno nel proprio ruolo per aumentare il rendimento complessiv­o. La stessa preparazio­ne che ci ha consentito un paio di stagioni ad alti livelli. Vogliamo giocarcela in casa e fuori a viso aperto e si può solo con ragazzi senza paura che la pensano allo stesso modo. Il nostro è un rapporto di profondo rispetto. I ragazzi conoscono ruoli, compiti e codice etico. Dall'esigenza di un comportame­nto serio scaturisco­no i progetti di società, allenatore e staff. Una strada che i vecchi conoscono e che hanno già indicato ai nuovi».

In quale lingua, visto che il Palermo è diventato squadra multietnic­a. «Quella del calcio. Quando si discute di tattica gli interpreti non servono. I nuovi capiscono, hanno fatto in fretta ad imparare anche le frasi più significat­ive. Vi posso assicurare che non hanno problemi. Del resto proviamo e riproviamo così tante volte che diventa automatico pensarla allo stesso modo. Basta il linguaggio del campo. E a loro un segnale, un gesto per capire cosa voglio».

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Joel Campbell (Arsenal), 23 anni, primo obiettivo del Palermo

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