La serie A scopre l’Oriente
Da Thohir a Mr Bee, sempre più Asia nel nostro calcio Si apre un mercato di centinaia di milioni di nuovi tifosi
La via dell’oro è in Oriente. Dove Marco Polo nel tredicesimo secolo andò alla ricerca di fortuna, oggi, a distanza di quasi 7 secoli e mezzo, vanno i nostri club. Eravamo un popolo di navigatori ed esploratori che giocavano d’anticipo grazie a coraggio e scaltrezza. Adesso siamo costretti a insegui- re chi nel Far East è sbarcato da tempo: i top club della Premier League, il Real Madrid e il Barcellona ci hanno preceduto sfruttando l’appeal delle loro star e dei rispettivi campionati, mentre la Serie A sta affannosamente provando a rinverdire un passato in cui il nostro torneo era il più seguito in Asia. Alcune società italiane vanno alla ricerca di sponsor o di tifosi per aumenta- re il loro fatturato (su tutte la Juventus), altre in Asia hanno addirittura trovato nuovi proprietari (Inter e Milan), mentre la Lega ha spuntato un ricco contratto per disputare lì la finale di Supercoppa italiana.
L’obiettivo è conquistare le centinaia di milioni di fans divisi principalmente tra Cina, Indonesia, Giappone, Corea, Filippine, Thailandia e Vietnam: un bacino di utenti quasi illimitato visto che questa area è popolata da oltre 2 miliardi di persone, una buona parte delle quali appassionate di calcio europeo. Potenziali clienti non tanto per il merchandising (il mercato del falso a quelle latitudini è difficile da arginare) quanto per gli sponsor locali, i contenuti digitali e le Academy.
Nelle scuole calcio importate all’estero, si posso- no “costruire” futuri campioni, ma anche futuri tifosi. E poi ci sono le Borse asiatiche che attirano come l’Eldorado perché lì, a dispetto della volatilità dei mercati, ci sono capitali freschi: tra Hong Kong e Giacarta, Mister Bee e Thohir contano di trovare soldi per riportare in alto le milanesi. Guardare a Oriente è inevitabile per tornare in alto.