Dieci maglie in quattro nazioni
- (p.v.) Enzo Maresca è nato a Pontecagnano Faiano, in Campania, il 10 febbraio 1980. Ha giocato con 10 diverse squadre (West Bromwich, Juventus, Bologna, Piacenza, Fiorentina, Siviglia, Olympiakos, Malaga, Sampdoria e Palermo) ma ha militato anche nei settori giovanili prima del Milan poi del Cagliari. In rosanero è arrivato dalla Sampdoria nel gennaio scorso, contratto di un anno e mezzo a 350.000 euro annui. Sposato con la spagnola Maria Jesus, ha due figli, Paolo e Sara, la seconda nata appena un mese fa a Palermo. Patito di libri non solo sportivi: le sue ultime letture, "Il bar delle grandi speranze" di J.R. Moehringer, "Open" del tennista Andrè Agassi, ed "Eleven rings", del coach americano di basket Phil Jackson. Enzo Maresca, avvio di stagione ritardato per una appendicite e conseguente operazione a metà settembre. Il rientro nel secondo tempo di JuventusPalermo (2-0) del 26 ottobre. Otto le sue presenze siamo preparati mentalmente a un obiettivo diverso dalla salvezza». Sono gli insegnamenti dell'ultima partita con l'Atalanta dove vi è sfuggito il successo esterno anche se vincevate 3-1? «Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, finora il Palermo ha sfigurato solo ad Empoli e con la Juventus. In ogni altra gara la squadra è stata all'altezza ed anche di più. Ma il bicchiere mezzo vuoto dice che ci facciamo riprendere con troppa facilità e commettiamo ancora errori banali. Sono segnali che vanno colti e che ci dicono che stiamo cercando di costruire una mentalità diversa. E' normale in questa fase di crescita del gruppo. Per cui intanto arriviamo a 40 punti, poi vedremo. Abbiamo in squadra diversi giovani, meglio evitare di metterli addosso pressione». Ma finché c'è Maresca... « Io e Sorrentino siamo i "grandi vecchi" del gruppo, molti ragazzi ci guardano come esempio e noi che abbiamo passato i 30 dobbiamo essere la loro guida. Io ci sarò finché avrò la fortuna di poter dare qualcosa al gruppo».