Macalli frena sui soldi della Tv «L’ accordo si può fare ma...»
«Noi siamo per un accordo bonario ma vogliamo non solo mettere una pietra sopra al passato, ma anche avere chiarezza sul futuro». Mario Macalli, presidente della Lega Pro, fissa alcuni paletti per quanto riguarda l’ormai annosa vicenda della distribuzione del famoso dieci per cento di ricavi televisivi che la serie A deve girare alle categorie inferiori. Ieri si è svolta una nuova udienza presso il Tnas: si è risolta con un nulla di fatto. «Al momento non c’è nessun accordo» , dice Macalli. Quanto meno, non c’è alcun accordo globale.
Perché una intesa di massima sul passato, cioè sulle stagioni 20010- 2011 e 2011- 2012 è stata raggiunta nel corso di un incontro svoltosi in Federazione la scorsa settimana. In sostanza, per quei due anni alla Lega Pro dovrebbero finire trentacinque milioni.
Nonostante la complessità della questione, i toni adesso sembrano meno aspri e la possibilità che i nodi vengano sciolti prima della prossima udienza del Tnas (1 marzo) appare concreta. In questa direzione lavora il presidente federale, Giancarlo Abete che ha fatto da mediatore per smussare gli angoli. E poi ci sono le esigenze dei club che entro il 15 febbraio devono onorare le scadenze previste da regolamento per evitare le penalizzazioni. Macalli, però, non vuole che restino zone d’ombra. SOLUZIONE - Il discorso del presidente della Lega è semplice: «Noi abbiamo tutta l’intenzione di definire la questione. Ma vogliamo un accordo globale, una intesa che dica: il passato si chiude così e per il futuro i quattrini saranno divisi in questo modo. A quel punto si bloccano le vertenze legali. Un accordo tra di noi sarebbe preferibile ma se non riusciamo a realizzarlo, allora vuol dire che sarà un terzo soggetto, un giudice a stabilire cosa spetta a noi e cosa spetta agli altri» . La soluzione non è lontana ma si sa che nell’ultimo chilometro di un percorso si incontrano sempre le maggiori insidie. Certo le condizioni economiche tramano per un sotterramento dell’ascia di guerra. CRISI - Le situazioni in Lega Pro non sono semplici. «Ma non solo da noi: il fatto è che i soldi son finiti per tutti» , sottolinea Macalli. Ciò non toglie che alla scadenza del prossimo 15 febbraio una decina di società dovrebbero presentarsi impreparate e subire, conseguentemente, una penalizzazione. Per uno di quei paradossi noti solo nel calcio, le procedure fallimentari potrebbero ridurre quel numero di qualche unità. I curatori di Savona e Triestina, infatti, garantiranno il pagamento degli stipendi e i versamenti fiscali. Nel frattempo sta precipitando la situazione del Piacenza. «Forse qualcuno dovrebbe domandarsi perché mai le condizioni più pesanti riguardano club provenienti dalla serie B» , sottolinea Macalli.