Corriere dello Sport Stadio (Toscana)

SEI NAZIONI E’ ALLARME INFORTUNI

Tra titolari e rincalzi, undici azzurri ai box Ma il doppio derby ha lanciato tre novità

- Di Francesco Volpe

Ogni volta che squilla il telefonino, Jacques Brunel e Gino Troiani, rispettiva­mente c.t. in scadenza e team manager della Nazionale, spingono il tasto verde con pollice tremante. A un mese dall’inizio del Sei Nazioni - il 6 febbraio a Parigi - l’Italrugby conta le perdite. La stagione di Coppa del Mondo sta imponendo un pesante pedaggio. Ad oggi sono non meno di tredici gli azzurri e azzurrabil­i in infermeria. Quasi una squadra intera. Qualcuno guarderà sicurament­e il Torneo dal salotto di casa, qualcun altro dovrebbe recuperare in tempo per l’esordio o rientrare in corso d’opera. Ma in che condizioni dopo settimane, se non mesi, di stop? E’ il caso di pezzi da novanta come Luca Morisi, fermo da inizio settembre, che ha ripreso da poco; o di “Ugo” Gori, che si è appena fratturato la parete orbitale.

L’Italia ovviamente non ha la profondità del Galles, che ai Mondiali ha sconfitto l’Inghilterr­a a Twickenham schierando le riserve delle riserve. Tanto più che la sfortuna si è accanita soprattutt­o su alcuni ruoli. Su tutti mediano di mischia e tallonator­e, dove abbiamo ai box le prime due scelte: Gori (a rischio) e Violi (fuori sino a fine stagione) nel primo caso; Ghiraldini (recuperabi­le) e Manici (stagione finita) nel secondo. Alla mischia Brunel è decisament­e nei guai: Palazzani ha dimostrato in Coppa del Mondo che un conto è giocare in Celtic League, un altro in Nazionale; Tebaldi gioca negli Harlequins B; Semenzato è sceso in Eccellenza. In prima linea potrebbe riproporsi (perché no?) l’opzione Carlo Festuccia, seppur reduce da un intervento per una frattura allo zigomo. L’aquilano da tre stagioni è titolare ai Wasps, in Premiershi­p, ma è sparito dai radar azzurri. Richiamarl­o una

L’anno dei Mondiali sta imponendo un pesante pedaggio Problemi in prima linea e in mediana

Ma il c.t. Brunel può contare sugli emergenti Zanusso, Lovotti e Sarto (che piace pure a O’Shea)

tantum, anche solo per il Sei Nazioni, non sarebbe un delitto.

Discorso a parte merita la terza linea che può contare su tutti gli effettivi. Lì il problema è di condizione. Favaro va gestito con il lanternino, come sta facendo Glasgow, mentre gli Zanni e i Minto visti ieri avrebbero bisogno di tirare il fiato dopo aver giocato rispettiva­mente 16 e 17 partite, tra club e Nazionale, da agosto ad oggi.

EMERGENTI. Ma l’inverno azzurro non ha portato solo mal di testa per Brunel. Il doppio derby Treviso-Zebre, e non solo, ha dimostrato che ci sono ragazzi che meriterebb­ero una chance (o una nuova chance) internazio­nale. Su due piloni sinistri come Matteo Zanusso, 22 anni, e Andrea Lovotti, 26, si punta da tempo, mentre il terza linea Jacopo Sarto è la rivelazion­e di questa stagione celtica. Fratello maggiore dell’ala Leonardo, sino a due anni fa militava nel Petrarca e non sembrava da alto livello. Gran fisico (1.91 per 108 kg), carattere tosto, ma molta indiscipli­na e confusione tattica. Le Zebre lo hanno provato, ci hanno creduto e, voci di corridoio, sembra crederci anche il futuro c.t. Conor O’Shea, che avrebbe chiesto come mai il ragazzo non figurasse nella “rosa” allargata pre-Sei Nazioni.

Zanusso, Lovotti, Sarto, ma anche Tommaso D’Apice, che merita una nuova opportunit­à dopo tre anni sfortunati­ssimi. Tutti ragazzi passati per l’Eccellenza prima di meritarsi la ribalta celtica e, chissà, la Nazionale. Segno che il sistema produce ancora poco, ma produce. Basta crederci.

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BENETTONRU­GBY Jacopo Sarto, 25 anni, terza linea delle Zebre, frena una percussion­e di Francesco Minto, 28, omologo del Treviso
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