Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
SVOLTA MERCATO Torna la formula del vecchio Carpi
Da Gnahoré a Colombi, così il club è diventato grande
Non sta guardando il pedigree ma soltanto chi ha voglia di emergere e tanta fame, chi vuole tornare a casa e chi pensa che la favola del Carpi va scritta semplicemente così. Per ora sette arrivi, cinque partenze e altri quattro con la valigia pronta. L'hanno studiata a fondo Stefano Bonacini e Fabrizio Castori con l'inserimento rapido e in piena sintonia di Giancarlo Romairone. Un taglio netto col passato. Quando se ne andrà Borriello si volterà in fondo definitivamente pagina. Ieri sono stati ufficializzati l'ingaggio del centrocampista Eddy Gnahorè in prestito dal Napoli e il ritorno del 24enne portiere Simone Colombi, pure lui a titolo temporaneo (dal Cagliari fino a giugno, con diritto d'opzione per la stagione successiva dopo aver cominciato il campionato nel Palermo dove era la riserva di Sorrentino). Colombi approdò per la prima volta a Carpi in Serie B nel gennaio 2014 in prestito dall'Atalanta, dove è cresciuto, dopo aver vissuto la prima parte di quella stagione a Padova. In cinque mesi risultò determinante per raggiungere la salvezza con 20 presenze. C'è già stato il rientro alla base di Suagher, così come sono arrivati per mettersi in gioco Crimi, Deprelà, Sabelli e Mancuso subito a segno al debutto in Coppa Italia contro il Milan nei quarti di finale anche se non è bastato per andare avanti. Adesso si prepara un altro ritorno in difesa, quello di Fabrizio Poli dal prestito al Novara, e non si esclude dopo la partita di sabato col Palermo anche quello di Aljaz Struna.
Il Carpi si è ricostruito guardando al presente ma anche al futuro. E tra l'altro questa ricostruzione sta ripagando a livello di risultati con due pareggi in mezzo alle due vittorie consecutive ottenute al Braglia che hanno rilanciato le speranze di salvezza. La linea scelta ha riporato entusiasmo e convinzione in tutto l'ambiente che ora guarda la Serie A, specie dopo il pareggio con l'Inter, senza più timidezza né paura. In queste settimane di mercato si è intervenuti col bisturi e si è andati a fondo cancellando subito la colonia straniera e il gruppetto portato da Sogliato, da Wilczek a Wallace e da Iniguez a Gino. Ha lasciato Spolli, si sa che Benussi è destinato al Vicenza (già si allena lì), come è ormai arcinoto che Borriello e Lazzari sono ai saluti e pure Marrone viene dato in partenza. Non ci si guarda indietro, non si fanno sconti nell'aprire un altro ciclo. Ricorda tanto la rivoluzione fatta dal Sassuolo tre stagioni fa, alla sua prima esperienza in Serie A quando a gennaio prese in tutto 13 giocatori praticamente azzerando le scelte estive. L'area geografica è la stessa, le differenze nei percorsi ci sono ma è chiaro che adesso emergono pure certe similitudini strategiche. Il Carpi però è andato oltre.
Non c'è squadra che ha deciso un così perentorio ritorno alle origini. Il richiamo della foresta per certi giocatori e la scelta di giovani motivatissimi e che in giro godono di buona fama: a questo hanno pensato nella cabina di regia biancorossa. Castori si trova perfettamente a proprio agio, pure perché lui c'è arrivato ai massimi livelli prendendosi tutto sul campo e adesso prova a difendere con tutto se stesso la dimensione raggiunta. Il tecnico è riuscito a costruire qualcosa che sa molto di "pane e salame", roba fatta in casa che non ha particolari marchi d'origine se non la volontà di farsi strada. Questione di motivazioni, insomma. Del resto sono quelle risultate determinante per vincere due partite di fila al Braglia e per fermare l'Inter a San Siro. Con la convinzione di Castori & C che non finisce qui.