Roma, l’inutile valzer delle punte
In due anni sono stati mossi ben 12 attaccanti Risultato: squadra in confusione e pochi gol
Prima o poi troveranno pace e un attaccante che soddisfi tutte le esigenze, segni gol, collabori con la squadra, voglia bene a tutti e da tutti sia amato. Sono due anni almeno che la Roma setaccia il mercato alla ricerca di un giocatore perfetto e forse ne ha addirittura trovato più di uno. Solo che poi l’uomo perfetto arriva in città, accolto da applausi e tamburelli, va in campo sommerso dall’entusiasmo, esita, inciampa, finisce cancellato da qualche specie di nebbia.
NUOVI ARRIVI. Il direttore sportivo Walter Sabatini fa e disfa a ogni accenno di mercato, segno che la posizione di equilibrio non si trova. Gli attaccanti arrivano, transitano, passano senza (quasi) mai lasciare molti rimpianti. Gervinho è l’esempio più recente: ha tracciato proprio questo tipo di parabola. Al suo posto ecco Stephan El Shaarawy, una di quelle scommesse che Sabatini adora e che i tifosi considerano una masochistica tentazione della fortuna, e probabilmente oggi arriva anche Diego Perotti, uno bravo ma che di gol in carriera ne ha segnati solo 29, uno ogni dieci partite disputate.
Walter Sabatini sta completando un’altra vorticosa campagna acquisti. Se arriva anche l’argentino (il via libera dovrebbe arrivare dopo la cessione di Gervinho in Cina) sono 12 gli attaccanti mossi negli ultimi due anni, con decine di milioni buttati e con pochi gol all’attivo. Un via vai che non ha portato i risultati sperati, la Roma è ancora alla ricerca di un grande bomber, di attaccanti capaci di andare in doppia cifra, traguardo che nel campionato scorso nessun attaccante giallorosso ha raggiunto. Mentre per esempio il Napoli si lancia con Higuain, la Roma si contorce in cerca di scommesse (basti pensare a quelle di un anno fa con Doumbia e Ibarbo, ancora a libro paga), o investendo su presunti talenti. Ogni riferimento a Iturbe, che non gioca neppure nel Bournemouth, è puramente casuale.
Dopo stagioni di umori variabili, la Roma ha rinunciato del tutto all’apporto di Mattia Destro, che qualche gol lo realizzava ma sempre con quell’aria di farti un favore. Dicono fosse colpa di Francesco Totti che occupava tutti gli spazi disponibili. Fosse pure, il prossimo capace di segnare 300 reti in carriera avrà diritto di parola. Ma Totti come ogni altra cosa sulla Terra invecchia. Adesso gli attaccanti moderni, quelli chiamati a trasfigurare l’attacco della Roma, sono Edin Dzeko e Mohamed Salah. I quali, restando al campionato, hanno segnato rispettivamente 3 e 5 gol. E partiamo pure dal presupposto che per Dzeko sia un caso, visto che 189 reti in carriera non si trovano per strada. Ma la Roma in estate prima di prendere loro aveva alzato gli occhi su Carlos Bacca (10 gol con il Milan) e Paulo Dybala (12 con la Juventus). Se contano le cifre, c’è odore di scelte sbagliate qui da qualche parte.
RISORSE. Senza contare operazioni giovanili tipo quelle di Berisha e Vestenicky. Parliamo pure soltanto dei giocatori che sono passati per la prima squadra o che ci passeranno nelle prossime settimane. Li vedete accanto e non vi sfuggirà che per attenuare il mal di gol Rudi Garcia e più di recente Luciano Spalletti hanno dovuto promuovere sul campo Umar Sadiq, che deve ancora compiere 19 anni e ha già segnato due volte in campionato. Oh, ci sarebbe anche Daniele Verde che però è ancora in bilico tra l’essere prestato al Pescara dopo la breve e poco fruttifera esperienza al Frosinone e viceversa restare a Roma, casomai qualcosa andasse storto negli acquisti programmati.
Tante scommesse e tanti soldi buttati mentre i rivali vanno a nozze con Higuain e Dybala