Corriere dello Sport (Roma)

GARCIA Adesso si chiede dove ha sbagliato

Mantiene la calma e invita i suoi a pensare al futuro Ma non riesce a spiegarsi la mancanza di personalit­à

- Di Marco Evangelist­i ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il primo giorno gli hanno visto gli occhi gonfi e color caramello. Gli aveva fumato in faccia, senza offesa, Walter Sabatini sotto il pullman già pieno di giocatori, ciascuno con il suo carico mentale di sei gol pesanti come dinosauri. E poi non aveva dormito molto.

Successiva­mente Rudi Garcia ha recuperato la chiarezza dello sguardo. Intorno portava la faccia di sempre, l’espression­e di pietra e legno che indossa in qualsiasi situazione, nelle feste di laurea come nei dopogara di vittorie sonanti come nei day after di cui ha cominciato a fare collezione. Capita troppo spesso che della Roma si aspetti il botto e il botto arrivi, davanti a tutti coloro che si sono tappati le orecchie in via preventiva. E’ questo che lo fa più incavolare e persino dubitare di se stesso, non le grandi domande di piccolo affare tipo perché mai Iago Falque lasciasse incustodit­o un vasto appezzamen­to di terreno alle sue spalle oppure perché la linea difensiva si schierasse meno diritta dell’altimetria di una tappa alpina.

LIVIDI. In tre anni, si suppone e suppone lo stesso Garcia, un allenatore dovrebbe essere in grado di insegnare ai suoi ragazzi l’uso corretto di certe gare, la necessità di spazzare la testa per fare luogo all’unica cosa che conti, studiare l’avversario, strizzare la realtà fino a ridurla al terreno, al pallone e al Barcellona. O al Bayern Monaco o al Bologna che scivola sull’acqua.

Lui non c’è riuscito, se ne rimprovera, conta le occasioni sciupate e i lividi che questi risultati lasciano sul suo curriculum di allenatore ambizioso. E quante possibilit­à restino di essere cercato un giorno dal Manchester United o dal Real Madrid che partite del genere ne affrontano a bizzeffe.

Dura poco, però. Nelle ultime ore ha parlato più volte con i dirigenti, sedendosi a tavola con loro per discuterne con calma. Non sempre si è trovato d’accordo con Sabatini e con gli altri sulle cause delle catastrofi, sì sul modo migliore di lasciarsel­e alle spalle: accettare, riprendere il cammino. Molti tra i giocatori, specialmen­te quelli più esperti, lo seguono senza pensarci.

Non teme l’esonero perché è convinto di vincere le prossime partite e di poter portare lo scudetto

Stanco e deluso dopo la batosta con il Barcellona Però con la squadra non ha alzato la voce

Ha parlato più volte con i dirigenti Differenze di vedute ma tutti d’accordo nel voltare pagina

SOSTANZA. Non hanno cambiato idea loro e non l’ha cambiata lui se non sulle faccende di servizio, come aggiustare la retroguard­ia, se abbia senso mmergere Iturbe in una zuppa di fango e lasciarlo inizialmen­te a sedere a Barcellona. Resta convinto sulla sostanza della stagione e lo ha ripetuto ai giocatori: del Camp Nou parleremo in occasioni più liete, quando avremo digerito i sei dinosauri, adesso ci sono le altre partite da vincere, quelle che mettono ansia ma non atterrisco­no. Una volta battuti Atalanta e Bate Borisov, ma pure se possibile Torino e Napoli, il passato diventerà passato e lo diventerà anche il rischio dell’esonero. Ne è sicuro e noi ne prendiamo atto. Non ha neppure voluto sapere che cosa avesse dichiarato il direttore generale Mauro Baldissoni ieri a Roma Radio. Ha ripiegato il riassunto dell’intervento e se lo è messo in tasca, per leggerlo con comodo. Era stato avvertito che il senso sarebbe stato chiedere scusa ai tifosi, da parte di tutta la squadra, quindi anche da parte sua. Tanto gli bastava. E’ andato ad allenare, non si è voltato indietro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy