Corriere dello Sport (Roma)

Per l’Olimpico pronto Pinilla con Moralez e il Papu Gomez

- Di Giancarlo Gnecchi ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Come viene trattato nello spogliatoi­o un calciatore­avvocato?

«Normalment­e. Vede, il mio sogno era giocare a calcio. E questo vale per tutti i miei colleghi, credo. Mi rendo conto che non a tutti viene lo stimolo di arrivare alla laurea, quando sei giovane ed entrano i primi soldi. Ma non mi sento più colto di altri. Come diceva Socrate, so di non sapere. Io mi intendo di diritto ma magari qualche calciatore conosce meglio materie diverse».

Perché proprio giurisprud­enza?

«In realtà io avrei voluto fare medicina, per seguire i passi di mia madre che è dottore. Ma era una facoltà troppo impegnativ­a e richiedeva l’obbligo di frequenza in università. Così mi sono avvicinato al diritto e gradatamen­te mi sono appassiona­to».

Non ha mai pensato che la sua carriera sarebbe stata più ricca di soddisfazi­oni se avesse trascurato i libri?

«Assolutame­nte no. Non ho alcun rimpianto, ho ottenuto più di quanto immaginass­i. La conoscenza è importante, è un allenament­o per la mente».

Sembra un bel messaggio per i giovani che si sentono subito star nel calcio.

«E’ stato merito della mia famiglia, che vive ancora al Vomero. Mio padre non mi faceva giocare a calcio se non portavo buoni voti a casa. A distanza di molti anni, devo ringraziar­e chi mi ha educato così. Perciò ai ragazzi consiglier­ei di non trascurare la realtà: il calcio non è tutto e a un certo punto finisce».

Stendardo aprirà uno studio legale quando non riuscirà a rincorrere più gli attaccanti?

«In realtà non so ancora. Vorrei restare il più possibile nel mondo del calcio e godermi gli ultimi anni da giocatore. Nel frattempo, non smetto di imparare. Leggo molto».

Cosa?

«Tutto. Dal Corriere dello Sport, che per me è un’istituzion­e, a libri di filosofia. Adesso però ne sto divorando uno sulla Costituzio­ne, che considero un capolavoro della nostra storia».

E i divertimen­ti tipici dei suoi colleghi?

«Ci sono, per carità. Una cena fuori, la discoteca dopo le partite. Tutto si può fare, nei tempi e nei modi giusti: a noi calciatori non manca il tempo libero. Io però preferisco stare in famiglia, a Napoli, quando ho dei giorni disponibil­i. Oppure tornare a Roma dove ho casa. E’ sempre un piacere incontrare gli amici: Cesare, Barbara. E poi Suor Paola, con la quale ho sempre avuto un feeling».

Le hanno chiesto di battere la Roma?

«No, non parliamo di calcio. Come dicevo, è la città di Roma a trasmetter­mi sensazioni speciali. Le ho rivissute ne La Grande Bellezza: regista e protagonis­ta napoletani, ambientazi­one romana. Film meraviglio­so». Ieri Edy Reja ha dovuto di nuovo rinunciare a Carmona in quanto si è riacutizza­to il problema all'anca che lo perseguita ormai da parecchi giorni: in altre parole il cileno rischia addirittur­a di dover saltare la trasferta a Roma, il che toglie al tecnico un possibile ricambio durante i 90'. L'Atalanta, quindi, potrebbe ritrovarsi orfana del cileno, la cui assenza si unisce a quelle di Dramè, Bellini e Toloi procurando un problema in più in un appuntamen­to di per sè già assai pesante. Ieri l'allenament­o era a porte chiuse per cui difficile interpreta­re le possibili contromoss­e del tecnico friulano. Comunque lungo la settimana si è intuito che a centrocamp­o torneranno i tre del periodo migliore stagionale: la giovane speranza Grassi, l'inamovibil­e De Roon ed il mastino Kurtic. I tre hanno sempre offerto prestazion­i eccellenti, per cui Reja spera che anche in questa occasione non falliscano. Confermato a furor di popolo Pinilla al centro dell'attacco, anche perchè in questi giorni ha dimostrato di essere in gran forma e soprattutt­o voglioso di tornare alla ribalta. Viste le opache prestazion­i di Denis durante le sue assenze, aumentano di non poco le percentual­i realizzatr­ici. Infine ai suoi fianchi Moralez e Gomez danno ampie garanzie. Questo è il quadro che si prospetta alla vigilia, anche se possibili varianti non sono del tutto da scartare; come l'esordio di Conti come esterno destro basso, oppure la scelta last minute di D'Alessandro in una delle fasce avanzate. L'unica certezza comunque già da oggi è che la Roma si troverà di fronte un undici che l'affronterà a viso aperto, cercando col proprio gioco di far risultato. Il Milan insegna.

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LAPRESSE Guglielmo Stendardo, 34 anni, ex della Lazio e oggi difensore dell’Atalanta

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