Per l’Olimpico pronto Pinilla con Moralez e il Papu Gomez
Come viene trattato nello spogliatoio un calciatoreavvocato?
«Normalmente. Vede, il mio sogno era giocare a calcio. E questo vale per tutti i miei colleghi, credo. Mi rendo conto che non a tutti viene lo stimolo di arrivare alla laurea, quando sei giovane ed entrano i primi soldi. Ma non mi sento più colto di altri. Come diceva Socrate, so di non sapere. Io mi intendo di diritto ma magari qualche calciatore conosce meglio materie diverse».
Perché proprio giurisprudenza?
«In realtà io avrei voluto fare medicina, per seguire i passi di mia madre che è dottore. Ma era una facoltà troppo impegnativa e richiedeva l’obbligo di frequenza in università. Così mi sono avvicinato al diritto e gradatamente mi sono appassionato».
Non ha mai pensato che la sua carriera sarebbe stata più ricca di soddisfazioni se avesse trascurato i libri?
«Assolutamente no. Non ho alcun rimpianto, ho ottenuto più di quanto immaginassi. La conoscenza è importante, è un allenamento per la mente».
Sembra un bel messaggio per i giovani che si sentono subito star nel calcio.
«E’ stato merito della mia famiglia, che vive ancora al Vomero. Mio padre non mi faceva giocare a calcio se non portavo buoni voti a casa. A distanza di molti anni, devo ringraziare chi mi ha educato così. Perciò ai ragazzi consiglierei di non trascurare la realtà: il calcio non è tutto e a un certo punto finisce».
Stendardo aprirà uno studio legale quando non riuscirà a rincorrere più gli attaccanti?
«In realtà non so ancora. Vorrei restare il più possibile nel mondo del calcio e godermi gli ultimi anni da giocatore. Nel frattempo, non smetto di imparare. Leggo molto».
Cosa?
«Tutto. Dal Corriere dello Sport, che per me è un’istituzione, a libri di filosofia. Adesso però ne sto divorando uno sulla Costituzione, che considero un capolavoro della nostra storia».
E i divertimenti tipici dei suoi colleghi?
«Ci sono, per carità. Una cena fuori, la discoteca dopo le partite. Tutto si può fare, nei tempi e nei modi giusti: a noi calciatori non manca il tempo libero. Io però preferisco stare in famiglia, a Napoli, quando ho dei giorni disponibili. Oppure tornare a Roma dove ho casa. E’ sempre un piacere incontrare gli amici: Cesare, Barbara. E poi Suor Paola, con la quale ho sempre avuto un feeling».
Le hanno chiesto di battere la Roma?
«No, non parliamo di calcio. Come dicevo, è la città di Roma a trasmettermi sensazioni speciali. Le ho rivissute ne La Grande Bellezza: regista e protagonista napoletani, ambientazione romana. Film meraviglioso». Ieri Edy Reja ha dovuto di nuovo rinunciare a Carmona in quanto si è riacutizzato il problema all'anca che lo perseguita ormai da parecchi giorni: in altre parole il cileno rischia addirittura di dover saltare la trasferta a Roma, il che toglie al tecnico un possibile ricambio durante i 90'. L'Atalanta, quindi, potrebbe ritrovarsi orfana del cileno, la cui assenza si unisce a quelle di Dramè, Bellini e Toloi procurando un problema in più in un appuntamento di per sè già assai pesante. Ieri l'allenamento era a porte chiuse per cui difficile interpretare le possibili contromosse del tecnico friulano. Comunque lungo la settimana si è intuito che a centrocampo torneranno i tre del periodo migliore stagionale: la giovane speranza Grassi, l'inamovibile De Roon ed il mastino Kurtic. I tre hanno sempre offerto prestazioni eccellenti, per cui Reja spera che anche in questa occasione non falliscano. Confermato a furor di popolo Pinilla al centro dell'attacco, anche perchè in questi giorni ha dimostrato di essere in gran forma e soprattutto voglioso di tornare alla ribalta. Viste le opache prestazioni di Denis durante le sue assenze, aumentano di non poco le percentuali realizzatrici. Infine ai suoi fianchi Moralez e Gomez danno ampie garanzie. Questo è il quadro che si prospetta alla vigilia, anche se possibili varianti non sono del tutto da scartare; come l'esordio di Conti come esterno destro basso, oppure la scelta last minute di D'Alessandro in una delle fasce avanzate. L'unica certezza comunque già da oggi è che la Roma si troverà di fronte un undici che l'affronterà a viso aperto, cercando col proprio gioco di far risultato. Il Milan insegna.
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