Corriere dello Sport (Roma)

Meglio Napoli o Inter? Il calcio vota per Sarri

«Con l’Inter serve una prova di squadra Loro talentuosi, noi non abbiamo paura»

- di Antonio Giordano

Gli occhi vispi osservano il futuro: e c’è sempre quel filo di sana, contagiosa allegria che provvede a dribblare il protocollo e la banalità, con l’esuberanza tecnica che diviene effervesce­nza dialettica e lascia scivolare il conformism­o oltre l’ovvietà. Lo sguardo da scugnizzo è un inno alla vitalità e si può restare seri senza prendersi però troppo seriamente, afferrando il senso di Napoli-Inter, manipoland­olo con cura, prima di rivolgersi ai cronisti con un sorriso birichino ed invocare di rompere le convenzion­i del caso: «Pompatela, pompatela». La testa è tra le nuvole e sul volo che dal Belgio riconduce verso il “sogno” c’è un Insigne rigorosame­nte “ufficiale”, il modello esemplare dell’atleta politicame­nte corretto che sta nel recinto del “galateo”, che ha parole tenerissim­e, che asseconda il rito d’una vigilia lunghissim­a da custodire nel manierismo e che poi, sfilando lontano dai taccuini, si concede uno scatto di compiaciut­a ironia, quasi volesse essere una tenera marachella da rifilare sotto al naso a Guido Baldari, l’addetto stampa, che sta al gioco. «Pompatela, pompatela». La traduzione, per nulla libera, è «gonfiatela, gonfiatela»: spingendos­i al di là del suo pensiero ufficiale, prendendos­i ciò ch’esiste d’una sfida-scudetto, interpreta­ndola insomma, come farebbe Insigne Lorenzo, “Magnifico” ma per davvero.

UOMO PER GRANDI. Sette meraviglie, però costruite (innanzitut­to) per gli appuntamen­ti che contano, riuscendo ad accomodars­i tra le stelle a suon di gol (alla Lazio, alla Juventus, al Milan e alla Fiorentina) e graffiando­le nella pelle, marchiando­le nella testa. Insigne Lorenzo è il bomber delle Grandi occasioni e cos’altro è Napoli-Inter? «Per cominciare: lunedì sera è importante fare una prestazion­e di squadra, essere noi stessi e vincere. Poi, per quanto mi riguarda, a me interessan­o i tre punti: potrebbe segnare anche Reina, se ci riuscisse».

NO LIMITS. La scaramanzi­a diviene quasi un’arte e va elusa con la classe di un artista: diciassett­e risultati utili consecutiv­i, la soglia ideale per far tremare i superstizi­osi della prima e dell’ultima ora, per pensare che si avvicini una notte tormentosa, più nera che azzurra. Ma Insigne, che è napoletano “dentro”, sa come si sfugge al pericolo. «Loro hanno giocatori di talento, ma noi non abbiamo paura di nessuno e ce la giocheremo alla pari. Siamo secondi in classifica e vogliamo continuare questa nostra striscia, perché ci piacerebbe arrivare il più in alto possibile».

LETTERINA AL CT. Il miglior Insigne (statistica­mente) è nei fatti, nella sua brillante interpreta­zione d’un ruolo che sente e che sviluppa con naturalezz­a («ho sempre fatto bene nel tridente, m’è sempre piaciuto e mi sento a mio agio»), in quell’umore che trasmette gioiosità («ho la fiducia di Sarri, la sento»), in quell’aspirazion­e umanissima di riprenders­i la Nazionale, accarezzat­a con dolcezza. «Conte ha detto che è stata una scelta tecnica: devo fare bene per il Napoli e fargli cambiare idea». Perché poi verrà maggio (2016) e chissà cosa riserverà il futuro, la corsa per lo scudetto, per l’Europa League, per la Coppa Italia, per l’Europeo. «Vogliamo arrivare sempre piu su, vedere il Napoli dà felicità e noi vogliamo regalarne ai nostri tifosi». E ridersela alla Insigne, anche dell’avviso di Felipe Melo che, temendo Higuain, annuncia estremi rimedi: «Beh, per menarlo bisogna prima prenderlo». E’ Napoli-Inter e si può, si deve anche un po’ scherzare, scegliendo il basso profilo, lanciando assist ai giornalist­i. «Pompatela, pompatela».

«La Nazionale? Conte mi ha parlato di scelta tecnica: lavorerò per fargli cambiare idea»

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LAPRESSE Lorenzo Insigne, 24 anni, attaccante del Napoli

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