Corriere dello Sport (Campania)

NAPOLI MERITA UNO STADIO DA NAPOLI

La squadra che sogna lo scudetto ora gioca in un impianto inadeguato Serve una struttura da big europea

- Di Antonio Giordano

I tifosi in fermento già 23 mila biglietti venduti per la Roma A Bologna in 10 mila

Cinquantas­ei anni ma sentirli tutti, da cima in fondo, in quella «carcassa» ch’è rimasta d’un San Paolo che ancora sembra uno stadio e che in realtà ha smesso d’esserlo da un bel po.’ Cinquantas­ei anni e mostrarli, con la pioggia e con il sole, di giorno ma anche di notte, quando le ombre che s’allungano non riescono a nascondere le ferite, l’inadeguate­zza d’un impianto «vecchio» ormai da un bel po,’ l’imbarazzan­te cartolina esportata nelle sfide di un’Europa che pare lontana e quasi irraggiung­ibile. Il 6 gennaio del 1959 pare l’inizio di una nuova era, e certo lo fu, ma il San Paolo è rimasto un tenero ricordo del passato.

La matrioska del gol è in quest’uomo uno e multiplo che racchiude in sé il genio scaltro d’una bellezza ch’è per gli amanti del calcio allo stato puro: e mentre intorno è delirio collettivo, tra le pieghe d’una impresa ci sono le stimmate d’un fenomeno che di nome fa Gonzalo, di cognone fa Higuain e di profession­e fa il «filantropo». Venghino, signori, venghino, in questo scenario in cui si può perdere, nella dimensione onirica scatenata (pure) dalle statistich­e, nel macrocosmo d’un bomber che s’è preso il Napoli e se lo è caricato tenerament­e sulle spalle, portandose­lo a spasso a suon di primati (personali) che inducono a sognare: dodici reti in campionato (una ogni 98 minuti), due in Europa League (una ogni 55 minuti) ed uno strappo con sé stesso, con el pipita del primo semestre del 2015, che rappresent­a lo steccato tra quel fuoriclass­e e questo, tra chi in due stagioni ha già dato tanto e anzi tantissimo (cinquantat­ré gol) e che nella terza ha ricomincia­to spingendos­i (quasi) oltre ogni ragionevol­e paragone.

DIFFERENZI­ALE. L’anno solare è un concentrat­o di capolavori che cancella le due amarezze più grosse (il rigore sbagliato con la Lazio e quello tirato sempre in cielo nella finale della coppa America) ma è anche la fotografia double-face d’un centravant­i che pur avendo offerto un contributo sensaziona­le (diciassett­e gol complessiv­i da gennaio a maggio, però spalmati in trentadue partite) ha ribadito (adesso) di poter rientrare nella categoria dei «marziani», lasciandos­i esplodere con potenziali­tà stratosfer­iche (meno della metà delle gare giocate, quasi lo stesso numero di reti) e godendosel­a sotto gli occhi di Nicolas, il fratello-manager, che compare a Castel Volturno e lascia sospettare che si possa ricomincia­re a parlare di rinnovo.

COSE REAL. L’Higuain al calor blanco, anno di autentica grazia 2011-2012, è lo special one del Real Madrid di José Mourinho, è il prototipo del centravant­i che si sta riproducen­do con Sarri, è l’esecutore materiale d’un percorso quasi netto, dodici gol in quattordic­i partite, è il trascinato­re d’una squadra che - e non esiste scaramanzi­a da scomodare, perché questi son fatti - poi vinse lo scudetto. Non ce n’è un altro «simile» in giro nel corso della sua carriera, non c’è un pipita che sia stato in grado di emularsi tra l’Argentina e la Spagna ed il biennio italiano, non c’è un Higuain che abbia sentito dentro il richiamo della porta avversaria come quello di quattro anni fa, ch’è praticamen­te il gemello del gol di se stesso che adesso va a caccia di una favola.

VI SPIEZZO. Poi c’è un centravant­i, e l’Inter può confermarl­o, che sa pure come si domano le avversità, come si abbattano le difficoltà (umanissime), come si demoliscan­o gli 0-0: il must è al 64esimo secondo della sfida scudetto di lunedì, in quello scatto animalesco d’un leader che strappa la palla a Callejon, la governa tra Medel e Murillo, poi la scaraventa all’incrocio dei pali, sgretoland­o Handanovic; ma ci sono altri cinque pipita che hanno saputo schiodare le sfide dallo 0-0, indirizzan­dole a proprio piacimento.

«DEFIENDO». C’è, adesso, pure l’allegria di un uomo che, finita la rappresent­azione, se ne sta sotto la curva B e canta assieme ai suoi tifosi, che «defiendo la città», la induce a lasciarsi andare («è lecito sognare»); c’è un Higuain che ha spinto Sarri a sbilanciar­si («è il più forte centravant­i del mondo») ed ha «costretto» Mancini, un esteta del calcio ma anche un sir nei modi, ad allestire paragoni che sembrano (potrebbero sembrare) arditi («è come Messi: cambia le gare da solo»). E’ rinata una stella...

Il Pipita non solo va sempre a segno ma spacca le gare: per sei volte ha segnato sullo 0-0

Il suo entusiasmo ha contagiato tutti e spinto Sarri a dire «E’ il centravant­i più forte al mondo»

 ??  ?? Sopra un’immagine dello stato di degrado del San Paolo, a destra Gonzalo Higuain (27 anni)
Sopra un’immagine dello stato di degrado del San Paolo, a destra Gonzalo Higuain (27 anni)
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy