Omofobia, la legge locale ancora ferma Lite Fdi-Lega
Si infiamma anche in Alto Adige lo scontro politico sull’omofobia. Urzì (FdI) attacca la Lega per il voto a favore dell’istituzione di una Commissione provinciale in contrasto con le posizioni del partito di Salvini, che a Roma, ostacola il ddl Zan. Mattei replica, ricordando il voto contrario dopo l’introduzione nel testo delle discriminazioni omo-transfobiche.
BOLZANO Si infiamma anche in Alto Adige lo scontro politico sull’omofobia. A dare fuoco alle polveri ci pensa il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì. Sott’accusa il voto a favore della Lega all’istituzione di una Commissione provinciale in netto contrasto (almeno secondo Urzì) con le posizioni del partito di Matteo Salvini, che a Roma, ostacola l’ormai famoso disegno di legge Zan. Pronta la replica di Rita Mattei, capogruppo a Palazzo Widmann, che ricorda il voto contrario dopo l’introduzione nel testo delle discriminazioni omo-transfobiche. Intanto, slitta ancora la nomina del presidente del nuovo Centro di tutela. Per domani fissato una riunione con la difensora civica.
La bordata arriva di buon mattino e fa parte di quel fuoco di fila che, sia a livello nazionale, che sui territori, Fratelli d’Italia sta portando contro la Lega per la conquista del primato nei consensi e della leadership del centrodestra. La firma è sempre del consigliere Alessandro Urzì, mentre il tema, stavolta, è l’omofobia. Argomento «caldo» dopo le frizioni tra Fedez e la Rai per quanto accaduto il primo maggio. «Non sappiano se Salvini lo sappia — si legge in una nota — ma a Bolzano la Lega una leggina “alla Zan” (il parlamentare Pd che ha presentato il disegno di legge per i reati di omofobia) la ha già fatta approvare, anzi l’ha anche proposta: la firma è quella di Rita Mattei, vicepresidente del Consiglio provinciale. Urzì sostiene che «l’unica differenza fra la legge della provincia, proposta anche dalla Lega, e la legge Zan su cui Fratelli d’Italia (ma anche Lega) a livello nazionale mantengono un allarme “pericolo contro i reati d’opinione” è che a livello nazionale sono previste sanzioni penali, in Alto Adige solo un “processino sommario” e segnalazioni che, con una legge Zan approvata, potrebbero finire sul tavolo del giudice. È questa contraddizione in termini — conclude — ossia che sia stata la Lega a proporre assieme a Svp e Team K questa legge a Bolzano, che fa a pugni con la posizione dei vertici del partito a Milano».
A stretto giro di posta, affidata a Facebook, arriva la risposta della vicepresidente del Consiglio provinciale. «È un attacco privo di riscontri — scrive Mattei —, fantapolitica. Il disegno di legge provinciale non è stato proposto dalla sottoscritta, bensì approvato dall’Ufficio di Presidenza. Abbiamo votato un testo che prevedeva garanzie contro le discriminazioni, anche sessuali. A seguito di un emendamento della consigliera Amhof (Svp) , che ha indirizzato il testo verso le discriminazioni omobitransfobiche, come capogruppo ho votato no. La Lega Alto Adige è perfettamente allineata alla posizione del partito a livello nazionale». Ma Urzì non molla la presa e in serata precisa che nel verbale della seduta del Consiglio la Lega ha votato contro solo l’emendamento Amhof, «mentre a tutto il testo — rivendica — è solo il mio il voto contrario”.
Se il fuoco politico divampa sull’argomento, il motore del Centro di tutela contro le discriminazioni, a sette mesi dalla pubblicazione della legge, non riesce ad accendersi. Per domani è in programma una nuova riunione tra la difensora civica, a cui spetta il compito di indicare il nome del presidente, e Josef Noggler, presidente del Consiglio provinciale, che ha il compito di nominarlo.