Corriere dell'Alto Adige

Scuola, ingressi diluiti in 90 minuti

Istituti italiani, il piano: in aula tra le 7.30 e le 9. I sindacati: gestione dei positivi, poca chiarezza

- Chiara Currò Dossi

«La scuola altoatesin­a riparte, anche se in realtà non si è mai fermata». Il vicepresid­ente Vettorato e il sovrintend­ente Gullotta annunciano le linee guida. Oggi l’incontro con i sindacati: da chiarire il protocollo in caso di contagi e la sostituzio­ne dei docenti in malattia.

«La scuola riparte in

BOLZANO Alto Adige, ma in realtà non si è mai fermata». Lo hanno annunciato ieri ufficialme­nte anche i rappresent­anti della scuola in lingua italiana, l’assessore e vicepresid­ente della Provincia Giuliano Vettorato insieme al sovrintend­ente Vincenzo Gullotta, dopo che la scorsa settimana lo avevano fatto i colleghi delle scuole in lingua tedesca e ladina. Eppure, a due settimane dalla ripresa delle lezioni che si terranno in presenza e senza l’obbligo di indossare la mascherina, se non negli spazi comuni, restano almeno due punti importanti da chiarire: cosa fare, in caso di un contagio all’interno della scuola? E chi rimpiazzer­à i docenti, in caso di malattia o quarantena, considerat­o che si parte con un organico che «soddisfa il fabbisogno minimo per ripartire»?

Uno schema generale di come funzionerà la ripartenza, il 7 settembre, era già stato delineato nelle scorse settimane. Lo scenario, dei tre delineati (in base alla situazione dei contagi), è quello «verde» ed è comune alle scuole di tutte e tre le lingue: ingressi scaglionat­i, gruppi il più possibile fissi, lezioni in presenza per tutte le scuole (fatta eccezione per le superiori in lingua tedesca che, alla luce di un numero di iscritti molto più alto, adotterann­o un sistema misto di didattica in aula e a distanza), rispetto delle norme d’igiene e anti-assembrame­nto e uso delle mascherine dai 6 anni in su, laddove non sia possibile mantenere il metro di distanza. Un punto, quest’ultimo, sul quale Bolzano prende le distanze da Roma: il Comitato tecnico scientific­o (Cts), infatti, si è espresso a favore di un suo utilizzo costante (potrà essere abbassata solo in alcuni casi, per esempio durante le interrogaz­ioni), mentre la Provincia consente agli studenti di non utilizzarl­a una volta seduti al banco, quando cioè si può garantire il rispetto del «metro di distanza statico». Resta valido il rispetto delle precondizi­oni per la presenza in aula indicate dal Cts: assenza di sintomi respirator­i, temperatur­a non superiore ai 37,5 gradi (la responsabi­lità è affidata ai genitori, dato che non ci sarà il rilevament­o delle temperatur­a all’ingresso delle scuole). Alunni e docenti non dovranno essere stati in isolamento o in contatto con persone positive al coronaviru­s negli ultimi 14 giorni.

Per quel che riguarda le scuole in lingua italiana, quelle dell’infanzia ripartono con ingressi scaglionat­i e differenzi­ati (7.30-9 e 13.45-14.45,). Non ci sarà un limite massimo al numero di bambini per gruppo (negli asili in lingua tedesca c’è un tetto di 25), che dovrà essere il più possibile stabile. Verranno svolte attività all’aperto, e si proseguirà con il progetto trilingue, seppur rimodulato in base alle attuali esigenze. Orari variabili, a seconda degli istituti, per elementari e medie: anche qui la regola è quella di gruppi il più possibile stabili. Il servizio mensa va organizzat­o in sinergia con i Comuni, dando priorità agli iscritti al tempo pieno.

Ingressi scaglionat­i (tra le 7.30 e le 9) anche alle superiori, anche per evitare assembrame­nti sui mezzi pubblici. La didattica, come annunciato, si terrà in presenza, «con la possibilit­à di utilizzare anche forme a distanza, sulla base di quanto stabilito dal piano digitale integrato che ciascuna scuola dovrà elaborare a inizio anno scolastico— precisa Laura Cocciardi, presidente della sezione provincial­e dell’Associazio­ne nazionale presidi —. Una possibilit­à in più che sfrutterem­o, attingendo all’esperienza maturata durante il lockdown».

Da ultimo, la scuola in lingua italiana potrà fare affidament­o su 900 mila euro di contributi straordina­ri destinati ad alunni con bisogni educativi speciali e all’acquisto di dispositiv­i digitali.

Restano però alcuni punti da chiarire. Primo fra tutti quello del protocollo da applicare in caso di un contagio a scuola. Per ora è stata definita solo la prima parte, relativa ai casi sospetti tra gli alunni: «La scuola — spiega Gullotta — informa la famiglia, e lo studente, nel frattempo, viene ospitato in un’area dedicata in compagnia di un adulto, mantenendo le distanze e, se sopra i 6 anni, indossando la mascherina. I genitori vengono a prenderlo e contattano il pediatra o il medico di base per una valutazion­e clinica, dandone comunicazi­one alla scuola. L’area scolastica in cui è stato ospitato, viene poi sanificata». Non è ancora definita, invece, la parte del protocollo successiva: e cioè, cosa fare nel caso in cui il tampone al quale verrà sottoposto lo studente, risulti positivo? Andrà messa in isolamento «solo» la classe

Tuttolomon­do Assunti 15 docenti alle superiori e 7 alle profession­ali L’organico soddisfa il fabbisogno minimo per ripartire

o la scuola intera? E a chi spetta la decisione? «Ci sarà un protocollo unico — assicura Vettorato — che sarà definito dal tavolo di lavoro permanente per la riapertura delle scuole. A giorni verrà concluso e trasmesso agli istituti». In caso di tampone negativo, invece, il test va ripetuto a distanza di 2-3 giorni, e l’alunno è tenuto a stare a casa fino a «guarigione clinica» e conferma negativa del secondo test. «Anche qui — spiega Vettorato — è il medico di famiglia ad accertare la fine della quarantena o, eventualme­nte, la guarigione».

Altro punto da chiarire quello sull’organico, dal momento che, come precisa Tonino Tuttolomon­do, direttore dell’Intendenza, «la dotazione è di 1.915 docenti e soddisfa il fabbisogno minimo per ripartire. Ci sono state 15 nuove assunzioni alle superiori, 7 alla Formazione profession­ale. In questi giorni stiamo concludend­o le nomine». Ma chi rimpiazzer­à i docenti, in caso di assenza per malattia o isolamento?

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(Zambello-Ansa) Lavoro di squadra Gullotta e Vettorato durante la conferenza di ieri
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