Videosorveglianza sotto i ponti
Il Comune installa 20 nuove telecamere. Sos Bozen: «Servono più soldi per l’accoglienza»
Venti nuove telecamere saranno installate sotto i principali ponti cittadini. Lo ha deciso la giunta del sindaco Caramaschi, approvando l’ampliamento del sistema di videosorveglianza urbana con una spesa complessiva che sfiora i 400mila euro.
BOLZANO Il «grande fratello» della rete di sicurezza cittadina diventa onnipresente e, da novembre, farà il suo esordio anche sotto i ponti. La giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi, per una spesa complessiva di di 398.462 euro, ha approvato l’ampliamento del sistema di videosorveglianza urbana. Venti le nuove telecamere che saranno installate di cui poco meno della metà (sette) saranno piazzate sotto ponte Roma, ponte Palermo, ponte Resia, ponte Druso, ponte Giallo (ex Ferrovia), ponte Virgolo e ponte Langer (tra Lido e via Trento) dove è da poco morto un senzatetto. Le altre saranno, invece, installate in piazza Municipio, nell’area pedonale tra Camera Commercio, teatro e parco Cappuccini, un’altra all’intersezione via Macello-via Di Mezzo ai Piani. E poi una in via Pfannenstiel-via Straub; a Rencio (c/o casa Agnello); nelle piazze Anna Frank e Anita Pichler; sulla pista Zero in via Genova; in via Buozzi alla stazione Bolzano sud e alla stazione autolinee internazionali; al parco della Stazione e in via Isarco-piazza Parrocchia.
Le venti telecamere si vanno aggiungere alle altre già installate e che, complessivamente, entro la fine dell’anno arriveranno a 200 in tutto il territorio del capoluogo.Nel corso del 2020, il sistema di videosorveglianza sarà integrato con ulteriori 100 telecamere, il che porterà a 250 il numero complessivo. Inoltre, alle venti approvate ieri dalla giunta si aggiungono anche le 10 che saranno piazzate nella zona della struttura per l’emergenza freddo di via Comini.
«Il Comune invece di spendere poco meno di 400mila euro per le telecamere avrebne be fatto bene ad utilizzare questi soldi per aumentare i posti letto per l’emergenza freddo, soprattutto nel periodo tra novembre e marzo» commenta Karin Cirimbelli di Sos Bozen, associazione da tempo impegnata sul versante dell’accoglienza. «Abbiamo fatto incontri con il Comune — prosegue — e ci siamo detti disponibili a controllare noi i ponti. Mi chiedo quale sia la logica di mettere queste telecamere. Queste persone da qualche parte devono pur andare a dormire. Se fosse per una cosa positiva, come controllare quanti in città sono costretti a dormire fuori, allora potrei capirla. Ma qui si tratta di controllare quello che stanno facendo e non va bene». Cirimbelli, comunque, non getta la croce tutta addosso all’amministrazione comunale. «Bolzano – spiega si è trovata a dover gestire tutte queste persone senza fissa dimora. Servirebbe che il Commissariato aprisse le quote e inserisse nuove personel sistema l’accoglienza. É compito del Commissariato, assieme alla Provincia, fare in modo di sgravare l’emergenza freddo». Riguardo la sicurezza per l’esponente di Sos Bozen «le telecamere non sono la soluzione. Questi soldi dovrebbero essere utilizzati per assumere assistenti sociali e street worker. Non servono più telecamere, ma — conclude Cirimbelli — più persone per strada».