Corriere dell'Alto Adige

Appalti, l’ira delle imprese «Soffocati da regole assurde»

Dopo l’inchiesta, si apre il dibattito sulle gare. «Le leggi provincial­i non bastano»

- Di Fabio Parola

TRENTO L’operazione «Grande Tagliament­o», coordinata dalla procura di Gorizia per far luce su 150 gare d’appalto nel Nordest, con un valore totale di oltre un miliardo di euro l’anno, ha toccato anche alcune aziende dell’edilizia trentine, ora indagate. Le critiche al codice degli appalti e alle procedure per assegnare i lavori non sono una novità e se, da un lato, le aziende di Trento e Bolzano sono sottoposte a due leggi provincial­i autonome, dall’altro la burocrazia rischia anche qui, secondo i rappresent­anti dell’edilizia, di soffocare un settore già in crisi.

«Il governo ha promesso tempo fa che avrebbe rivisto il codice degli appalti, ma finora sono state solo chiacchier­e» critica Giulio Misconel, presidente della sezione autonoma dell’edilizia della Confindust­ria trentina. Nella provincia autonoma «le regole sono più semplici e meglio strutturat­e - prosegue Misconel - ma è indubbio che i margini di migliorame­nto sono tanti. Serve un’azione vera e convinta dal governo, per salvare un settore sempre più in crisi». Secondo il rappresent­ante di categoria, in particolar­e, un aspetto del codice degli appalti è particolar­mente problemati­co per l’edilizia: «Le regole per il subappalto sembrano quasi un invito all’illegalità - commenta Misconel - dato che pongono al 30% del valore totale dell’appalto il limite delle risorse che possono essere cedute ai subappalta­tori. Una percentual­e di questo tipo è ridicola, troppo bassa per pagare idraulici, elettricis­ti e artigiani coinvolti nel cantiere in subappalto. Così, le aziende che vogliono rimanere nella legalità sono costrette a presentars­i fin dalla gara in associazio­ne con gli artigiani, con tutte le complicazi­oni che questo comporta. Una regola come questa, infatti, non esiste in nessun altro paese del mondo».

Critiche verso il codice degli appalti arrivano anche dal presidente del Collegio dei costruttor­i edili di Assoimpren­ditori dell’Alto Adige, Michael Auer: «Le nostre aziende sono in grande difficoltà da tempo. Non me ne stupisco, quando a fare le regole sugli appalti è uno stato che parte dal presuppost­o che chiunque lavora nell’edilizia è un approfitta­tore e un disonesto».

Auer C’è un pregiudizi­o contro l’edilizia, come fossimo tutti delinquent­i

Tra le dis funzionali­tà del codice degli appalti, Auer indica la regola che vieta a chi perde la gara d’appalto di riproporsi come subappalta­tore: «Una norma come questa è un problema grave in contesti di dimensioni ridotte come il Trentino e l’Alto Adige, dove le realtà dell’edilizia sono un gruppo ristretto».

Se non altro, le leggi provincial­i sugli appalti «aiutano contro la corsa al risparmio nella scelta dei materiali prosegue Auer - dato che i criteri di assegnazio­ne degli appalti non sono il minor costo bensì il costo più vantaggios­o. Per determinar­lo, la regola pesa la qualità dei materiali e delle tecniche per l’80% e il costo di esecuzione per il 20%. L’impatto sui lavori è senz’altro positivo rispetto a quanto avviene nel resto d’Italia».

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