L’Ocse promuove la scuola altoatesina
I ricercatori: divario tra studenti, Bolzano brilla. Minnei: abbiamo docenti appassionati
La scuola altoatesina elabora uno studio sulla scia dell’analisi «Pisa». Dalla rilevazione, illustrata ieri pomeriggio, emerge che le scuole dell’Alto Adige conseguono in matematica e scienze risultati decisamente migliori della media nazionale e della media dei Paesi dell’Ocse. Soddisfatta la sovrintendente Minnei: «Abbiamo insegnanti che lavorano con passione e trasmettono ai loro studenti l’entusiasmo».
BOLZANO I risultati dell’analisi «Pisa» (Programme for International Students Assessment) 2015 con specifico riferimento alla scuola della nostra provincia sotto la lente.
Dopo la presentazione, avvenuta lo scorso anno, dei risultati estrapolati dall’indagine complessiva, i tre Servizi di valutazione provinciale, con il contributo dell’ispettore Mauro Valer (sovrintendenza italiana) e della professoressa Marta Herbst, per quanto riguarda il focus principale sulle Scienze, hanno elaborato un rapporto che riguarda esclusivamente il sistema scolastico altoatesino che è stato presentato a docenti e dirigenti.
Dalla rilevazione, illustrata ieri pomeriggio, emerge che le scuole dell’Alto Adige conseguono in matematica e scienze risultati decisamente migliori della media nazionale e della media dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (Ocse), mentre nella comprensione della lettura si attestano a livelli di risultato in linea con la media dei Paesi Ocse e leggermente al di sopra della media nazionale. Tanto che l’Ocse riferisce infatti nel Rapporto sulla strategia per le competenze che «l’Italia, negli ultimi anni, ha fatto notevoli passi avanti nel miglioramento delle qualità dell’istruzione, ma forti sono le differenze nelle perfomance degli studenti all’interno del Paese, con le regioni del Sud che restano molto indietro rispetto alle altre, tanto che il divario della performance in Pisa tra gli studenti della provincia autonoma di Bolzano e quelli della Campania equivale a più di un anno scolastico».
La Provincia di Bolzano ha partecipato all’indagine Pisa 2015 con 2.243 studenti quindicenni di tutte le scuole secondarie di secondo grado, rispettivamente 1.522 della scuola in lingua tedesca, 620 della scuola in lingua italiana e 101 frequentanti gli istituti in lingua ladina.
Dai dati emerge anche la differenza tra il livello raggiunto dagli alunni della scuola di lingua tedesca e ladina e quella di lingua italiana. Quest’ultima infatti a ottenuto una media più bassa rispetto alle altre: «Come emerge in tutte le ricerche basate su prove standardizzate (Invalsi, Ocse, Iea), la popolazione studentesca della scuola in lingua italiana della provincia di Bolzano presenta tratti di complessità superiori a quelli delle scuole degli altri due gruppi linguistici.
La complessità incide anche su alcuni risultati osservati», ha sostenuto Luisanna Fiorini del Servizio di valutazione.
Ma rispetto alla tendenza nazionale e internazionale, che vede gli studenti quindicenni in peggioramento rispetto ai risultati di scienze, gli allievi della scuola in lingua italiana, i soli anche in Alto Adige, non solo interrompono il trend negativo che era cominciato nel 2006, ma invertono la tendenza, migliorando di ben 12 punti rispetto al 2012. In matematica gli studenti delle scuole in lingua italiana migliorano di 17 punti rispetto al 2012 e in lettura addirittura migliorano di 20 punti rispetto al rapporto Pisa 2012.
«Si riduce fortemente — ha evidenziato ancora Fiorini — il divario di risultato tra la scuola di lingua italiana e quella di lingua tedesca. La scuola in lingua italiana conferma quindi la sua capacità di essere inclusiva, senza però ridurre le possibilità formative e di risultato dei propri studenti, per tutti e per cia- scuno». Soddisfatta la sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei, che ha voluto con l’occasione sottolineare anche l’impegno profuso dai docenti nella formazione degli studenti.
«Abbiamo insegnanti che lavorano con passione e trasmettono ai loro studenti questo entusiasmo. I risultati lo dimostrano ampiamente. Nonostante le complessità, abbiamo ottenuto degli esiti davvero soddisfacenti. Certamente non ci fermiamo, anzi — ha affermato la sovrintendente scolastica Minnei — Dobbiamo considerare i dati di questa ricerca come ulteriore base da cui partire e su cui costruire la nostra attività didattica. L’indagine Ocse Pisa, infatti, ci consente di avere un’istantanea della situazione delle nostre scuole, fornendoci così gli strumenti per individuare e adottare le scelte più opportune per il futuro dei nostri giovani».
Quella del 2015 è stata la sesta edizione dell’analisi Pisa che è stata svolta, a partire dal 2000, ogni tre anni.
Nel 2015 All’indagine Pisa parteciparono 2.243 studenti quindicenni Fiorini «Confermata la capacità di essere inclusivi, senza però ridurre i risultati»