GLI ANGELI DEGLI AFFARI
Il capitale umano fa fatica a incontrare il capitale imprenditoriale. Le risorse umane valorizzate dall’università vogliono far fruttare la conoscenza acquisita. Nella mente degli imprenditori si agitano pensieri che non intercettano i percorsi di studi dei nostri giovani laureati. Come ha affermato il sociologo Antonio Schizzerotto, sono carenti in regione i posti di lavoro per giovani con istruzione avanzata. Con la domanda di lavoro che guarda alle basse qualifiche, chi ha acquisito alte competenze emigra. Il tasso di espatrio in Trentino Alto Adige, pertanto, è più alto della media nazionale.
Per entrare in un circuito virtuoso di mobilità in entrata e in uscita dei cervelli, è necessario alzare l’asticella del patrimonio imprenditoriale innovativo. Non è sufficiente che la regione, a oggi, sia la prima in Italia per incidenza di startup in rapporto alle società di capitali presenti. Per salire di livello ci vogliono due ascensori. Il primo è l’ideazione. L’istruzione deve innescare processi d’apprendimento che permettano agli allievi di accendere la lampadina delle idee da far evolvere in azioni imprenditoriali grazie al secondo ascensore. Questo è mosso dagli investitori informali che hanno il nome di «business angels». In simili figure non domina l’atteggiamento di chi — preoccupandosi solo del proprio tornaconto — persegue l’interesse personale tanto da recare danno agli altri e, alla lunga, pure a se stesso. L’altruismo è una qualità degli angeli degli affari, tale da beneficiare i portatori di idee trasformative dello status quo, idee che a prima vista sembrano essere ambiziose oltremisura.
Nessuno possiede conoscenza illimitata. Il vantaggio potenziale di ciascuno non è rintracciabile negli angusti anfratti della razionalità individuale, bensì nella volontà e nell’abilità di pensare e agire in comunità d’innovazione aperta. Ciò richiede una visione capace di instaurare sinergie tra giovani con alta istruzione, che sono ideatori e potenziali imprenditori innovativi, e gli investitori informali che coltivano un bene superiore: il progresso e la prosperità diffusa.
Per intraprendere un siffatto percorso, le premesse sono rosee. Infondono speranza la fertilità imprenditoriale e la vitalità degli «angeli» presenti in regione: imprenditrici e imprenditori che mettono il loro successo a servizio di startup in campi nevralgici quali scienze della vita, biomedico, ambiente, energia.