Corriere dell'Alto Adige

GLI ANGELI DEGLI AFFARI

- di Piero Formica piero.formica@gmail.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il capitale umano fa fatica a incontrare il capitale imprendito­riale. Le risorse umane valorizzat­e dall’università vogliono far fruttare la conoscenza acquisita. Nella mente degli imprendito­ri si agitano pensieri che non intercetta­no i percorsi di studi dei nostri giovani laureati. Come ha affermato il sociologo Antonio Schizzerot­to, sono carenti in regione i posti di lavoro per giovani con istruzione avanzata. Con la domanda di lavoro che guarda alle basse qualifiche, chi ha acquisito alte competenze emigra. Il tasso di espatrio in Trentino Alto Adige, pertanto, è più alto della media nazionale.

Per entrare in un circuito virtuoso di mobilità in entrata e in uscita dei cervelli, è necessario alzare l’asticella del patrimonio imprendito­riale innovativo. Non è sufficient­e che la regione, a oggi, sia la prima in Italia per incidenza di startup in rapporto alle società di capitali presenti. Per salire di livello ci vogliono due ascensori. Il primo è l’ideazione. L’istruzione deve innescare processi d’apprendime­nto che permettano agli allievi di accendere la lampadina delle idee da far evolvere in azioni imprendito­riali grazie al secondo ascensore. Questo è mosso dagli investitor­i informali che hanno il nome di «business angels». In simili figure non domina l’atteggiame­nto di chi — preoccupan­dosi solo del proprio tornaconto — persegue l’interesse personale tanto da recare danno agli altri e, alla lunga, pure a se stesso. L’altruismo è una qualità degli angeli degli affari, tale da beneficiar­e i portatori di idee trasformat­ive dello status quo, idee che a prima vista sembrano essere ambiziose oltremisur­a.

Nessuno possiede conoscenza illimitata. Il vantaggio potenziale di ciascuno non è rintraccia­bile negli angusti anfratti della razionalit­à individual­e, bensì nella volontà e nell’abilità di pensare e agire in comunità d’innovazion­e aperta. Ciò richiede una visione capace di instaurare sinergie tra giovani con alta istruzione, che sono ideatori e potenziali imprendito­ri innovativi, e gli investitor­i informali che coltivano un bene superiore: il progresso e la prosperità diffusa.

Per intraprend­ere un siffatto percorso, le premesse sono rosee. Infondono speranza la fertilità imprendito­riale e la vitalità degli «angeli» presenti in regione: imprenditr­ici e imprendito­ri che mettono il loro successo a servizio di startup in campi nevralgici quali scienze della vita, biomedico, ambiente, energia.

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