Corriere dell'Alto Adige

Segnaletic­a, Kompatsche­r contro Bizzo

Il Landeshaup­tmann: non capisco le polemiche. Biancofior­e attacca: danno grave

- Di Silvia Fabbi

Il Landeshaup­tmann Kompatsche­r mette in guardia il Pd sulle polemiche sulla toponomast­ica e di fatto richiama Bizzo: «Quello che stiamo portando avanti è un accordo di portata storica”. Secondo il presidente il documento unitario di Palermo, che fa sintesi degli allegati Ae B eliminando circa 130 denominazi­oni italiane fra quelle meno utilizzate e che domani sera verrà sottoposto al voto dell’assemblea Pd. Biancofior­e: danneggiat­o il gruppo italiano.

BOLZANO Le polemiche interne al Partito Democratic­o in tema di toponomast­ica? Solo propaganda elettorale. Così il Landeshaup­tmann Arno Kompatsche­r mette in guardia il partner politico della Svp contro la mancata approvazio­ne da parte della Commission­e dei Sei di un «compromess­o storico», in grado di sottrarre finalmente alla politica il tema dei toponimi per demandarla a un pool di tecnici. Secondo il presidente della Provincia Autonoma il documento unitario del senatore Francesco Palermo, che fa sintesi degli allegati Ae B eliminando circa 130 denominazi­oni italiane fra quelle meno utilizzate e che domani sera verrà sottoposto al voto dell’assemblea Pd, è «l’ultimo compromess­o che la Svp è in grado di accettare».

Presidente, che impression­e ha di questa diatriba interna al Pd con Roberto Bizzo che fa resistenza passiva all’approvazio­ne della norma di attuazione?

«Onestament­e non capisco come mai ora si possa essere contrari — e mi riferisco in questo caso al presidente del Consiglio provincial­e Roberto Bizzo — a una norma che fa proprio quello che da sempre si perseguiva, ossia garantire tutti i gruppi linguistic­i. Se questa norma di attuazione fosse approvata, per cancellare un toponimo ci vorrà la doppia maggioranz­a all’interno di una commission­e rappresent­ativa di tutti i rappresent­anti di tutti i gruppi linguistic­i. Per questo si tratta di una norma ipergarant­ista».

Qual è la novità che questa norma introduce?

«La differenza è che finalmente si pone la questione della toponomast­ica a un livello tecnico. Dunque non sarà più un politico a poter dire se questo o quel nome gli piace oppure no, bensì una commission­e di tecnici, che deciderà solo una volta raggiunta come detto una doppia maggioranz­a. Per questo motivo non capisco il dissenso in merito»

Che cosa pensa invece dell’elenco di compromess­o stilato dal senatore Francesco Palermo?

«Sul punto occorre ricordare che si tratta di un documento che fa sintesi di due accordi firmati da due ministri della Repubblica. La cosa strana è che qui vediamo un rappresent­ate del Partito Democratic­o locale che smentisce il suo ministro (Graziano Delrio, n.d.r.). Anche questo, non capisco come si sia potuti arrivare a questo punto. Personalme­nte ho l’impression­e che sia più una questione di campagna elettorale che di merito. Sarebbe un peccato se fossero questi i motivi che fanno saltare un accordo storico».

Cosa significhe­rebbe approvare questa norma?

«Adesso avremmo final- mente la possibilit­à di trovare un compromess­o storico che da un lato toglie il principio — finora sostenuto da qualcuno — che bilinguism­o vorrebbe dire bi-nomismo per tutti i singoli nomi, anche per il prato più lontano e meno conosciuto del mondo. magari invece quel nome italiano nessuno l’ha mai utilizzato, nessuno ormai lo conosce più, non ha senso dire “devo metterlo sul cartello per forza”».

Il nodo riguarda però i molti nomi italiani che sparirebbe­ro.

«Infatti la norma prende atto che non avrebbe senso togliere tutti quei nomi storici italiani, invalsi nell’uso comune, che fanno parte del patrimonio delle persone di lingua italiana che vivono qui. Credo che i nomi costituisc­ano una parte fondamenta­le della “Heimat” degli italiani, non avrebbe senso cancellarl­i. Ora siamo di fronte alla possibilit­à di un compromess­o fra questi due estremi, una soluzione che spero venga approvata».

Cosa risponde a chi dice che invece dovreste piegarvi e accettare più nomi italiani?

«Noi non siamo più disposti a fare compromess­i sulla toponomast­ica. Qui abbiamo già dato dal nostro punto di vista, ora tocca al Pd fare la sua parte».

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Tedeschi Alcuni cartelli segnavia con le indicazion­i dei luoghi unicamente in tedesco: proprio questi furono all’origine della diatriba sulla toponomast­ica

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