Corriere della Sera

«La seconda vita di mia sorella, salvata da un trapianto»

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Esattament­e venticinqu­e primavere sono trascorse da quel giorno di fine giugno. Lo considero come uno dei giorni più intensi ed emozionant­i della mia infanzia. Ricordo tutti i momenti concitati di quella notte di inizio estate 1999. La telefonata dall’ospedale San Martino di Genova, la corsa verso l’ospedale di Lanciano per gli adempiment­i burocratic­i e poi verso l’aeroporto di Pescara, dove un aereo militare era pronto a decollare alla volta di Genova. Ad accompagna­rti, come sempre, mamma e papà. A loro dico solo grazie per non averti mai lasciato sola, rimanendo sempre al tuo fianco, nella gioia e nel dolore. Avevi solo 25 anni, nel pieno della gioventù, ed allora come adesso, con tanta voglia di vivere ed amare questo dono che il Signore ci ha concesso: la vita! Con questo spirito hai superato qualsiasi ostacolo che il destino potesse riservarti, così come hai affrontato la delicatezz­a e l’importanza di un intervento chirurgico come un trapianto di organi. Sì, un trapianto di rene donato da un bambino a cui il destino ha riservato un tragico epilogo, ma grazie al gesto dei suoi genitori vive nel cuore di tutte le persone che come te hanno ricevuto un suo organo. Magari i suoi familiari non leggeranno mai queste mie righe, ma io voglio scriverle ugualmente per testimonia­re l’amore infinito che nutro nei confronti di questo angelo che porterò sempre nel mio cuore per averti permesso di vivere una seconda vita. Assieme a questo piccolo angelo, da quasi tre anni ormai ne abbiamo un altro in cielo, il nostro papà, a proteggert­i.

Buona vita Sabina.

Fabio Di Cesare

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