Andrea e Stefano
La rodata coppia Tomasoni-brevi si prepara agli Special Olympics di Torino I primi passi e poi le gare accanto all’associazione Rosy Dance di Villongo (Bg) L’«abilità in ballo» con l’anima per il podio dei Giochi mondiali
Tre, due, uno. Musica. Destra, sinistra. Andrea e Stefano sulla pista come undici anni fa. Ma questa volta alle loro spalle c’è il logo iridato. «La danza per me è come parlare con l’anima, con i sentimenti». Andrea Tomasoni lo dice adesso e lo diceva allora, quando da bambina guardava la televisione e immaginava se stessa davanti alla telecamera. «Con me in salotto c’era nonna Lorenza: non perdeva una puntata di “Ballando con le stelle”. Raccolgo la sfida per lei che non c’è più, per mia zia Gianna e anche per me». Andrea ha 28 anni, vive a Chiuduno, in provincia di Bergamo, e con Stefano Brevi - nato a Casazza, 33 anni, suo compagno in pista dalle origini va verso la convocazione per i Giochi mondiali Special Olympics di Torino 2025, dove il ballo sportivo è specialità all’esordio. Già a marzo, nelle gare nazionali di Cuneo, la coppia era salita sul gradino più alto del podio. Ora il nuovo balzo. La sindrome di Down non li ha fermati, mai. «Ci siamo conosciuti nel 2011 alla festa di Halloween dell’associazione di cui entrambi facevamo parte. Amavamo entrambi valzer, bachata, tango, merengue». Si sono buttati. Il passatempo è diventato allenamento, l’allenamento ha portato alle gare. Vestono i colori della Rosy Dance di Villongo, due passi da casa di Andrea, scuola che fa dell’inclusione una bandiera. «Mostreremo al mondo - aggiunge Andrea, “ambasciatrice” dei valori di Special Olympics - che anche noi abbiamo talento. La diversità è una cosa profonda: tutti abbiamo un cuore e sentimenti. Siamo come gli altri, con più difficoltà sì, e chiediamo rispetto, fiducia nelle nostre potenzialità». Così rompono gli schemi (e vincono) affiancati dall’associazione sportiva dilettantistica fondata nel 1994. «Vedere le persone iniziare a ballare, accompagnarle nei primi passi, poi oltre, dà soddisfazione. Rosy è nata - racconta Marianna Cadei, ballerina e direttrice tecnica della scuola bergamasca - per la danza ludica, ambito cui sono seguiti corsi per l’agonismo. Andrea e Stefano si sono iscritti, la loro presenza ci ha spronato ed è così stata avviata la sezione paralimpica. Quest’ultimo corso si avvale anche della sinergia con atleti normodotati».