Corriere della Sera

Namibia, l’incanto del «Mal d’africa» tra dune, spazi infiniti e animali in libertà

- di Stefano Righi Terra delle acque

Lo spazio. E il tempo, che sembra essersi fermato. Un passo indietro, per vedere come eravamo, per capire come potremmo essere. L’africa è il posto da cui tutti siamo partiti e ritornarci ha il gusto della scoperta. Se le coste mediterran­ee sono diventate frequente meta turistica, l’africa subsaharia­na mantiene un velo di affascinan­te mistero e la Namibia, di questo mistero, conserva gli angoli più nascosti.

Giù, in fondo in fondo, dove la terra sta per finire si libera la fantasia dell’uomo, trasportat­a da file interminab­ili e ordinate di dune disegnate dal vento, alimentata dagli animali liberi, dai deserti, da una terra così diversa da quella che abitiamo che quasi non par vero possa esistere così.

Nel silenzio degli spazi liberi, la mente ritrova le note indimentic­abili di Armando Trovajoli, autore delle musiche del film Riuscirann­o i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosa­mente scomparso in Africa? La commedia, firmata da Ettore Scola nel 1968, con Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier, portò nell’italia del boom economico la visione di quello che ci eravamo lasciati alle spalle, ponendoci davanti a un bivio tra il progresso accompagna­to alla crescita economica, alla ricchezza e ai suoi riti e la nostalgia profonda di una vita semplice, diversa. La pellicola, ispirata a Cuore di tenebra di Joseph Conrad, è divisa tra il ritorno alla rassicuran­te normalità e il desiderio di fuga, di andarsene da tutto e da tutti. Sordi e Manfredi sono due facce della medesima persona, l’italiano di quegli anni. E il viaggio in Namibia, che il Corriere della Sera propone ai propri lettori, partendo da quel desiderio di fuga, insegue la ricerca di uno degli ultimi paradisi terrestri. Il paese africano, che ottenne la propria indipenden­za solo nel marzo del 1990 dopo essere stato, di fatto, parte del Sudafrica per settant’anni e in precedenza protettora­to e colonia tedesca, fa del turismo la carta della propria apertura al mondo. Il grande parco di Etosha, la asciutte che misura ventimila chilometri quadrati, il deserto del Namib e il Damaraland sono solo alcune delle tappe del viaggio. L’economia, che si basa sullo sfruttamen­to delle miniere di uranio, alcune delle maggiori sviluppate con capitali cinesi e sulla estrazione di diamanti di altissima qualità, ha ampi margini di migliorame­nto che talvolta si perdono nell’incanto dei paesaggi, nel sole che tramonta tra le dune, su una costa dorata o nello stupore degli animali selvaggi che a sera si conducono alla pozza per abbeverars­i. Ed è per questo che alla fine tutti capiamo perché, nell’ultima scena di quel film, Manfredi, finalmente ritrovato, decide di tuffarsi dalla barca e di restare.

 ?? ?? Regno animale Il grande parco di Etosha, la Terra delle acque asciutte che misura ventimila chilometri quadrati. La Namibia ha ottenuto l’ indipenden­za solo nel 1990 dopo essere stata di fatto parte del Sudafrica per 70 anni e prima protettora­to e colonia tedesca
Regno animale Il grande parco di Etosha, la Terra delle acque asciutte che misura ventimila chilometri quadrati. La Namibia ha ottenuto l’ indipenden­za solo nel 1990 dopo essere stata di fatto parte del Sudafrica per 70 anni e prima protettora­to e colonia tedesca
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 ?? ?? Una ragazza di etnia Himba
Una ragazza di etnia Himba
 ?? ?? Il deserto del Kalahari
Il deserto del Kalahari

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