La Fondazione e la memoria storica recuperata
Il Festival dei Due Mondi di Spoleto, fondato nel 1958 da Gian Carlo Menotti, possiede un immenso deposito di memorie: fotografie, costumi, bozzetti, arredi scenici. La Fondazione del Festival presieduta da Monique Veaute, direttore artistico della manifestazione, porta avanti un’operazione di recupero e restauro che aiuta a ricostruire un essenziale capitolo della cultura del Dopoguerra italiano. Sono stati recuperati 3.800 costumi, 948 locandine degli spettacoli, 750 programmi di sala, 80 bozzetti. Un lavoro complesso: solo il 40% degli abiti aveva un’etichetta per contestualizzarlo e solo il 30% il nome dell’artista che lo aveva indossato. Il 30% era privo di ogni indicazione. La catalogazione è stata possibile in gran parte grazie alla memoria del personale storico del Festival. Materiali visitabili con un calendario annuale di aperture destinato al pubblico del Festival ma anche a turisti e cittadini.
Il Festival 2024 racconterà gli anni della direzione artistica di Giorgio Ferrara, dal 2008 al 2020. Poi ci sarà l’esposizione «Legàmi/ Studi nell’archivio dei costumi del Festival dei Due Mondi» a cura di Guy Robertson, un progetto di Mahler & Lewitt Studios e Fondazione Carla Fendi. Il fotografo Luis Alberto Rodriguez, con la set designer Afra Zamara, ha realizzato una serie di immagini sovrapponendo e legando insieme tra loro, una selezione di costumi esplorando la loro identità come in una vera e propria performance. Il valore storico dell’archivio è provato anche dalla recente candidatura del Festival alla lista del patrimonio immateriale dell’unesco. Depositi principali sono Casa Menotti, sede del centro documentazione, e la biblioteca comunale di Palazzo Mauri che custodisce i materiali originali dal 1958 a oggi.