Salvini incontra Le Pen nel vertice anti Ursula: gli elettori sono stati chiari
«Unità del centrodestra in Europa». Resta la distanza con Afd
ROMA «Salvini e Le Pen hanno messo a punto il piano per far saltare Ursula». Da vicinissimo al leader leghista si racconta così il senso politico del summit a Bruxelles tra i capi partito di Identità e democrazia (Id), il gruppo del Parlamento europeo cofondato cinque anni fa da quelli che ormai molti chiamano «Emmemme», Marine e Matteo. Il loro rapporto, ha ribadito anche ieri Salvini, è «saldissimo». Il primo proclama del vertice è soltanto dei due leader: «Unità del centrodestra, nessuna apertura a sinistre ed ecofanatici, determinazione a cambiare questa Europa». Soltanto loro perché si sono visti da soli, poco prima che si riunissero con gli altri leader di Id. La seconda dichiarazione è del solo Salvini: «I cittadini europei si sono espressi con grande chiarezza. Solo Macron e von der Leyen non se ne sono accorti».
L’incontro era stato annunciato da Salvini domenica notte, a spoglio in corso, ed era considerato della massima delicatezza: impensabili stonature e dissonanze nel «momento in cui c’è da fare l’europa». E dunque, nemmeno è stato reso noto dove si svolgesse. Non al Parlamento europeo, comunque: i cronisti hanno poi individuato il The Hotel, ma i partecipanti sono usciti dal retro.
Per i sovranisti, c’è per prima cosa da rimuovere il «cordone sanitario» che dalla scorsa legislatura impedisce ai sovranisti di toccare palla. È vero che il clamoroso risultato elettorale di Marine Le Pen ha cambiato, e di parecchio, le carte in tavola. Ma la strada non è affatto in discesa e il cordone sanitario (diabolisation per i francesi) è duro a morire. Lo ha scoperto ieri il presidente dei Républicains Éric Ciotti. Il partito che discende da de Gaulle e che fu di Chirac e Sarkozy ha espulso Ciotti su due piedi e all’unanimità. Proprio per aver annunciato lo sdoganamento del Rassemblement national di Marine Le Pen. Ma la leader francese era di ottimo umore: la nipote Marion Maréchal ha lasciato giusto ieri Reconquête di Éric Zemmour ed è tornata nel Rassemblement.
Dopo il faccia a faccia Salvini-le Pen, sono arrivati gli altri: l’olandese Geert Wilders (Partito per la libertà), il ceco Tomio Okamura (Libertà e democrazia diretta), l’austriaco Harald Vilimsky (Fpo), il danese Morten Messerschmidt (Partito del popolo) e il nuovo arrivo dal Portogallo, André Ventura (Chega). Due esponenti dal fiammingo Vlaams Belang, lo storico leader Gerolf Annemans e Tom Van Grieken.
Salvini ha dato subito il clima all’incontro: «È una vergogna che Ursula e i suoi amici provino a costruire lo stesso inciucio, nonostante il voto molto chiaro dei cittadini europei». Il summit non è stato velocissimo, si è svolto con un interprete in inglese e francese. Salvini ha ribadito il concetto che potrebbe rendere più forte la posizione di Id: «Io non voglio credere che tanti nel Partito popolare e tra il conservatori (Ecr, il gruppo
Il «cordone sanitario» L’obiettivo di Id è rimuovere il cordone sanitario che lo tiene fuori dal potere Ue
di Giorgia Meloni) possano rassegnarsi a votare con i socialisti». Insomma: «Non dobbiamo fare nessuno sconto, non dobbiamo far intravedere alcuna alternativa».
Chi nel partito sperava in un possibile rientro in Id di Alternative für Deutschland, il partito tedesco di estrema destra, è rimasto deluso. Sembra al momento improbabile. Jordan Bardella in persona, possibile futuro premier di Francia, l’aveva detto così: «Abbiamo deciso di interrompere i rapporti e che non siederemo più con loro durante il prossimo mandato». Questo, lo scorso 22 maggio.