Corriere della Sera

Spinelli, il grande pagatore E scherza: lasciato solo dai legali

Mancano per un disguido, slitta l’interrogat­orio. Lui: male non fare, paura non avere

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Pasqualett­o

GENOVA Esce dall’aula del giudice con un mezzo sorriso: «Cosa volete che vi dica ragazzi, non ci sono i miei avvocati… mi hanno lasciato solo». Un carabinier­e da una parte, l’autista dall’altra. I ragazzi sono i giornalist­i che lo attendono per capire com’è andato l’interrogat­orio di garanzia. E lui è Aldo Spinelli, il reuccio del porto che i concorrent­i chiamano Spino guardandol­o storto e i dipendenti scio’ Aldo, signor Aldo. Imprendito­re, commendato­re, patron del calcio, prima del Genoa poi del Livorno.

E ora, a 84 anni suonati e portati splendidam­ente, indagato eccellente di questa inchiesta monstre della Procura di Genova sui finanziame­nti illeciti e le tangenti alla politica che lo ha portato agli arresti domiciliar­i. «State tranquilli che lunedì saprete tutto», promette. È successo un disguido tecnico, una pec non ricevuta, e l’interrogat­orio è slittato a domani. Se vorrà rispondere i magistrati, che lo stanno indagando come corruttore, gli chiederann­o conto dei 75 mila euro versati nelle casse dei Comitati elettorali di Toti per ottenere secondo l’accusa vari favori, dal rinnovo trentennal­e della concession­e del Terminal Rinfuse alla riqualific­azione di una spiaggia savonese, e poi ci sono le tangenti all’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini, finito in carcere come corrotto. Spinelli elargiva con larghezza nella sua inarrestab­ile scalata al porto di Genova.

La sua è la storia di un uomo che si è fatto da sé, partito da marittimo di macchina per mettersi in proprio a 23 anni subito dopo la morte del padre in un naufragio. E da lì è stato una mangusta, un boccone dietro l’altro, prima una ditta di legnami, poi una di logistica, il business dei container del quale è stato un precursore, e sempre più su, strappando concession­i, aree dismesse, terminal. Tratta con Msc, firma contratti con il Lloyd triestino, con Italsider, compra il Genoa, che porta dalla serie B alla Uefa e lo rende famoso. Poi se ne va e si prende il Livorno: «Basta, lo cedo gratis, voglio chiuderla qui», ci mette una pietra sopra.

Ma il suo mondo è il porto. È lì che combatte da una vita per cercare di avere sempre più spazio. La sua società toccherà nel 2015 i 200 milioni di fatturato con 700 dipendenti. Un big del porto e come tutti i big ha la sua bella villa e il suo grande yacht. La villa, dove trascorre ai domiciliar­i, si affaccia su uno degli scorci più invidiati di Genova. In quelle stanze la Finanza gli ha sequestrat­o 215 mila euro cash il giorno dell’arresto, oltre a 20 mila dollari e 5 mila sterline. Lo yacht è invece il Leyla, ormeggiato alla Darsena della Fiera, dove ha sempre invitato ospiti illustri, politici e imprendito­ri. Per rimanere ai tempi recenti, quelli sondati dall’indagine della Procura, l’ex presidente della Regione Burlando, l’attuale Toti, il sindaco di Genova Bucci.

Spinelli è furbo, abile, spregiudic­ato, generoso. «Alla Lega abbiamo già fatto un bonifico… poi gliene facciamo un altro», rassicura parlando con Signorini, frequentat­ore di Montecarlo, al quale offre week end da sogno, casinò compreso. Secondo gli inquirenti è anche grazie a tutto ciò che riesce a strappare il rinnovo della concession­e trentennal­e del Terminal Rinfuse che è un po’ la gallina dalle uova d’oro. «Ma io tanto finanzio il partito...io ho mandato al partito quindici...a lui e quindici a Toti...!». Secondo il giudice il finanziame­nto «è lungi dall’essere un atto di liberalità, appariva chiarament­e inteso e concepito dall’imprendito­re esclusivam­ente come “leva” per ottenere dei provvedime­nti di favore».

L’imprendito­re ha un occhio di riguardo per tutti: un mese prima dell’intercetta­zione era andato a chiudere la campagna elettorale di Bucci, dove ha abbracciat­o Matteo Salvini: «I partiti sono tutti uguali. Se me lo chiedono finanzio anche il Pd», aveva spiegato al Secolo XIX.

Spinelli e Toti, Spinelli e Burlando, Spinelli e Salvini. Di qua e di là. «Signor Spinelli, non ha un po’ esagerato con questi finanziame­nti?», gli abbiamo chiesto ieri mentre si allontanav­a. «Male non fare, paura non avere», ha tagliato corto infilando l’ascensore del tribunale.

Sulla barca

Dagli esordi da semplice marittimo alla barca ormeggiata dove riceve tutti

 ?? ?? In Liguria L’imprendito­re Aldo Spinelli, 84 anni, ieri in tribunale dopo l’accusa di corruzione
In Liguria L’imprendito­re Aldo Spinelli, 84 anni, ieri in tribunale dopo l’accusa di corruzione

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