Corriere della Sera

Roma e Juventus per la Champions e per una volta senza veleni

Sfida chiave tra De Rossi e Allegri, allenatori che si stimano. Max: «Per loro può essere l’ultima spiaggia»

- Di Massimilia­no Nerozzi e Luca Valdiserri

C’è rispetto: «Allegri ha fatto la storia del calcio italiano e continua a guidare una squadra ad alto livello. La divisione tra risultatis­ti e giochisti non esiste». C’è affetto: «Ho giocato con suo papà nel Livorno, nel lontano ‘86: io ero bambino e lui a fine carriera ed era una persona meraviglio­sa. De Rossi ha dato alla Roma entusiasmo e spensierat­ezza».

Senza l’odore di zolfo legato a tutte le vigilie delle partite di Mourinho contro i bianconeri, anche Roma-juve ritorna — almeno alla vigilia — in un’atmosfera «normale». È una partita che conta moltissimo, soprattutt­o per i gialloross­i («Questa può essere per loro l’ultima spiaggia», ha detto Allegri), però De Rossi preferisce concentrar­si sul presente: «Alleno da pochi mesi e mi rendo conto quanto sia difficile vincere una partita o arrivare in fondo a una competizio­ne. Devi avere preparazio­ne e conoscenza, devi ricordarti sempre chi hai di fronte. La Juve ha alternato partite molto buone e altre meno buone: Di certo è venuta qui per mettere il punto sul discorso Champions».

Quando De Rossi ha preso il posto di Mourinho in panchina, i punti di distacco tra Juve e Roma erano 20 (49 a 29) e adesso sono 6 (65 a 59). Il problema è che le partite rimaste in campionato sono soltanto quattro. La Roma è apparsa stanca per la lunga rincorsa e nelle ultime quattro gare ha perso in casa sia contro il Bologna (1-3) che in Europa League contro il Bayer Leverkusen (0-2). De Rossi, però, esclude di aver accantonat­o il discorso Coppa per dedicarsi soltanto al campionato: «In Europa non è tutto compromess­o. Dovremo fare un risultato super contro una squadra che non perde da 47 partite. Sarà un’impresa tosta, ma possiamo farla. L’atalanta ha vinto 3-0 a Liverpool, nel calcio tutto può essere».

La Juventus non viene da un momento araldico, come dimostrato dai 14 punti persi nei confronti della Roma dal 20 gennaio in poi. Il vantaggio accumulato, però, permette ad Allegri di gestire con più tranquilli­tà la corsa alla zona Champions. Poi sarà quel che sarà: «Ringrazio De Rossi per le belle parole, ma anche Mourinho aveva fatto un ottimo lavoro: due finali europee in due anni non sono certo poco. Nel calcio ci si dimentica in fretta delle cose. De Rossi è agli inizi e può fare una bella carriera. Troveremo una Roma arrabbiata, che vuole tornare a lottare per i primi quattro posti. Dovremo fare una bella partita». Nessun commento a chi gli chiede di Thiago Motta come suo possibile erede, ma una frase sibillina: «Ormai sono dieci anni che vivo a Torino e ho avuto la fortuna di far parte di questa grande famiglia e di questo grande club. Il Dna di ogni società va sempre rispettato». Come dire: qui bisogna soltanto vincere e io ho vinto.

Nella Juve sono rimasti a casa Alex Sandro e Yildiz. In attacco sono previsti Chiesa e Vlahovic. La Roma potrebbe fare un turnover ragionato: Mancini è in diffida, El Shaarawy è sembrato tra i più stanchi, Lukaku è appena rientrato da un infortunio. De Rossi farà un mini-allenament­o anche in mattinata proprio per capire chi ha recuperato dalle fatiche di Coppa e chi no. Fa un’eccezione per Dybala, il grande ex: «Finché sta in piedi, lo faccio giocare. Con la sua classe crea superiorit­à numerica e taglia le pressioni avversarie. Può inventare un gol in un centimetro quadrato. Insisto un po’ troppo su di lui? Vedremo a fine anno se avrò fatto bene o no».

In campionato, contro le prime quattro, la Roma ha sempre perso: due volte contro Inter, Milan (battuto però in Europa League) e Bologna, più la sconfitta all’andata contro la Juve. Per andare in Champions bisogna rompere questo tabù.

De Rossi Allegri ha fatto la storia del calcio, io alleno da pochi mesi e mi rendo conto di quanto sia difficile. Europa League? Non è finita

Allegri Ho giocato col papà di De Rossi nel Livorno, una persona fantastica. Daniele ha dato alla Roma entusiasmo e spensierat­ezza

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