Odermatt il Prescelto riscrive le leggi dello sci Con l’eleganza di Federer
Lo svizzero domina e lancia la caccia ai record di Stenmark
Nel suo orizzonte immediato c’è superare Ingemar Stenmark, in quello futuro — basandoci proprio su una previsione dell’ex asso svedese — addirittura Marcel Hirscher. Ovvero colui che dall’alto di otto Coppe del Mondo assolute di sci vinte (più il resto, dalle medaglie olimpiche a quelle iridate, ai trofei di specialità) è considerato inattaccabile per chissà quanto tempo.
Nulla sembra invece precluso a Marco Odermatt, 26 anni, da Buochs, Canton Nidvaldo, cuore della Svizzera, un fenomeno fin da giovane grazie ai sei titoli mondiali juniores. Si sapeva che sarebbe esploso, perché se LeBron James è stato il Prescelto del basket, lui lo è dello sci. Anzi, il paragone più calzante, usando sempre il basket quale metro, è con Victor Wembanyama, il francese dei San Antonio Spurs definito il nuovo alieno dei canestri: Marco l’alieno lo fa già tra le nevi da almeno 2-3 anni.
Nel gigante di Palisades Tahoe ha prima di tutto centrato il settimo successo in altrettante tappe della specialità, ma soprattutto ha conquistato il terzo globo di cristallo consecutivo con 10 gare d’anticipo: ha già incamerato 1702 punti, l’avversario più vicino, l’austriaco Manuel Feller, ne ha 701. Sono 1001 di differenza: uno di troppo, game over. Certo, Odermatt ha sbaragliato tutti anche perché sono spariti i principali rivali (Schwarz e Kilde, entrambi infortunati), ma non ha mancato di legittimare l’aiuto della sorte con la sua classe, che spazia dalla discesa al gigante (niente slalom per lui), mentre la polivalenza di Hirscher era partita dalle prove tecniche e si era allargata al superG, con rare apparizioni in libera.
Oggi Marco è la risposta maschile a Mikaela Shiffrin e può diventare, nel tempo, uno spacca-record. Uno è già a tiro: in una ventina di giorni può completare la stagione perfetta in una disciplina. È un’impresa riuscita solo quattro volte nella storia, ma non ancora nel XXI secolo. Odermatt si unirebbe a Jean Claude Killy (1967) e Annemarie Moser-Pröll (1972-73) in discesa, a Ingemar Stenmark
(1978-79) proprio in gigante e a Vreni Schneider (1988-89) in slalom. Se il meteo non si metterà di mezzo, lo svizzero può fare 11 su 11 tra le porte larghe: una vittoria in più rispetto a Stenmark (10 su 10), 6 su Killy, 3 su MoserPröll, 4 su Schneider.
Nell’attesa, tutto lo sci s’inchina al nuovo padrone. Un «dominus» cordiale e sorridente (la Red Bull ha capito che piace e lo ha tra le sue fila), un tipo da social ma senza esagerazioni, un «polisportivo» (gioca a golf e a tennis, cammina in montagna e va in barca) che ama la terra natia e che tra le passioni indica lo Schwingen, la lotta dei contadini su un tatami di segatura.
La macchina da vittorie diventerà anche una macchina da soldi. Anzi, lo è già. Premesso che un campione del genere, olimpionico e iridato, muove non meno di 2,5
Lo stile di Roger Viene spesso accostato al grande tennista Per lo stile e ormai anche per i guadagni
milioni e mezzo di euro a stagione, un sito si è cimentato in un calcolo curioso, partendo dai trionfi di gennaio ad Adelboden, Wengen e Kitzbuehel. In 17 giorni e 12 minuti complessivi di gara Odermatt ha incassato premi per 285 mila franchi. Fanno 405 franchi al secondo.
A quel punto hanno scomodato Roger Federer (anche per l’eleganza della sciata), per il quale avevano stabilito che il successo del 2017 a Wimbledon gli aveva fruttato 60 franchi al secondo. Conclusione: Odermatt guadagna molto di più. È solo un gioco? Sì. Ed è vero che Federer restava in campo più a lungo di quanto Marco stia in pista. Ma anche parlando di soldi siamo di fronte a «Odermattissimo».