Bene Borsa e salari ma non Biden
Un buon andamento dell’economia, e quindi anche dei mercati finanziari, è, in linea di massima, una precondizione per far crescere anche l’occupazione e i salari. Nella realtà americana di tutti i giorni, però, spesso le impennate dei titoli di Borsa sono legate a notizie che hanno un impatto negativo sul mercato del lavoro. Una contraddizione che la stampa economica illustra ricorrendo all’immagine del conflitto tra Wall Street e Main Street, la via principale di ogni cittadina che, tra commerci, piccole imprese e artigiani, è il motore dell’economia reale. Lo abbiamo visto dopo la recessione del 2008 quando la manovra di salvataggio dell’economia fece molto per banche, finanza e Borse ma relativamente poco per Main Street. Lo vediamo anche in questi giorni con i giganti di big tech, imprese di successo che, se cala un po’ il vento che gonfia le vele della loro crescita, sostengono le quotazioni di Borsa riducendo i costi, partendo proprio da licenziamenti e tagli dei salari. L’intelligenza artificiale, se non governata sul piano sociale oltre che su quello del controllo della tecnologia, promette anch’essa di premiare più il capitale del lavoro: aumenta la produttività e sostituisce l’uomo in mansioni sempre più complesse. In questo momento, però, una rara congiunzione astrale fa sì che la crescita della Borsa alimenti subito quella dell’occupazione. Negli Usa la consistenza dei fondi pensione dipende per una parte molto rilevante dagli andamenti borsistici. E la generazione dei baby boomers, la più numerosa, che negli anni del Covid aveva rinviato l’uscita dal mercato del lavoro, spaventata dall’incertezza economica, ora sta approfittando della riconquistata stabilità e di due anni di boom di Wall Street: secondo un’analisi degli economisti della Federal Reserve, dalla fine della pandemia a oggi il numero dei lavoratori che ha deciso di andare in pensione ha superato di 2,7 milioni i livelli previsti dai demografi. Anche questo contribuisce a far salire la domanda di lavoratori e a sostenere i livelli salariali. Borsa florida, disoccupazione ai minimi storici, stipendi che crescono più dell’inflazione. Apparentemente Biden non riesce a trasformare in consenso (e, guardando alle presidenziali di novembre, in voti) nemmeno questa congiuntura eccezionalmente favorevole.