I leghisti veneti decisi a resistere Zaia: «La strada è molto lunga»
L’assessore Marcato: noi pronti ad andare da soli. L’idea di cambiare la legge regionale
«La strada è ancora molto lunga. Natura non facit saltus». Luca Zaia non si scompone. Sapeva bene che l’emendamente per ottenere il terzo mandato sarebbe stato bocciato e a voto avvenuto sfoggia una di quelle citazioni che usa per semplificare i ragionamenti. Il presidente del Veneto, come tutta la Lega e quella di casa sua in particolare, non considera affatto chiuso il capitolo e anzi, visto l’arroccamento delle altre componenti del centrodestra, si prepara ad una lunga partita a scacchi dagli esiti al momento imprevedibili.
Lo si intuisce, oltre che da commenti e slogan che girano in rete (come quello del capogruppo leghista in Regione Veneto Alberto Villanova), dalle parole che Alberto Stefani, deputato e segretario della Liga, affida al Corriere del Veneto: il terzo mandato è «una questione di principio, di democrazia e di rispetto del voto popolare. Garantire la possibilità ai cittadini di poter votare il proprio presidente di Regione per noi è sacrosanto». E quindi, è il sottinteso, la bandiera è solo momentaneamente abbassata, ma non ammainata.
Lo sostiene anche Matteo Salvini: «La riforma è stata bocciata, ma in commissione, poi vedrà l’aula del Parlamento, che è sovrano, e poi i cittadini sapranno come scegliere». Stefani in serata ha invitato i parlamentari del Pd a rivedere la loro posizione contraria e a sottoscrivere la sua proposta di legge presentata alla Camera per riaprire il caso.
Dal Veneto arrivano parole forti. L’assessore regionale Roberto Marcato è furibondo perché «ancora una volta Roma impedisce al territorio di esprimersi» e mette in guardia: «Il prossimo candidato dovrà essere della Lega. Se ci sarà convergenza con il centrodestra bene, altrimenti siamo pronti ad andare da soli, con una lista Lega, una lista Zaia e una autonomista».
Da quel che si intuisce dalle parti del Carroccio, ora le attenzioni si spostano sulle Europee. Poi, una volta fatti i conti con i risultati delle urne, e a maggior ragione se non dovessero essere brillanti per la Lega, ecco che il terzo mandato per Zaia tornerà ad essere una priorità assoluta. Con due strade possibili. La prima è quella di rilanciare in sede parlamentare la necessità di eliminare il tetto dei due mandati. C'è tempo fino alla primavera del 2025, in autunno non mancheranno le occasioni.
La seconda strada, adesso
La battaglia
Il capogruppo della Lega in Regione: terzo mandato una questione di principio
Il piano B
Lo statuto potrebbe essere modificato per far sì che il governatore sia scelto dai consiglieri
remota ma da non escludere, è un intervento sullo statuto regionale per modificare le norme che regolano l’elezione diretta del presidente per tornare alla formula vigente ai tempi del proporzionale, quando il vertice era votato dai consiglieri regionali. Una modifica su misura non priva di insidie e di possibili critiche politiche, ma che consentirebbe a Zaia di presentarsi come consigliere e, successivamente, aspirare all’elezione a presidente. Tutti discorsi prematuri, comunque, perché, come osserva sornione dal suo Veneto il diretto interessato, «la strada è ancora molto lunga».