Il tonfo di Milano, Coppa Italia al cuore e al talento di Napoli
TORINO L’Inalpi Arena è la casa di Cenerentola del basket italiano. E per la seconda volta in due edizioni a Torino, ad alzare la Coppa Italia è una sorpresissima. Dopo la favola di Brescia campione 2023 da testa di serie numero 8, stavolta è Napoli testa di serie numero 7 a cucirsi sul petto la coccarda tricolore. Impresa firmata grazie al successo 77-72 nella finale contro la favorita Milano nonostante le fatiche dell’overtime della semifinale contro Reggio Emilia. Anche per questo tutti si aspettavano una terza passeggiata dell’Olimpia dopo il doppio più 23 contro
Trento e Venezia. E invece la Gevi ha saputo esaltare il talento dei suoi esterni e l’atletismo dei suoi lunghi contro un’EA7 nuovamente vittima dei suoi mali oscuri, non risolti col ritorno di un opaco Napier. «Giusto il successo di Napoli, noi abbiamo difeso male e palleggiato troppo — le parole di Ettore Messina —. Sappiamo di aver fallito; ogni volta che pensiamo di essere a buon punto, facciamo due passi indietro». La Gevi ha sfruttando le folate di Ennis (19) e i balzi di Owens (10 e 7 rimbalzi) per mettere in difficoltà Milano fino al più 12 del 25’. L’unica fiammata di Shields, con 2 triple consecutive in 40’’ dopo un glaciale 0/10 dal campo, aveva firmato il vantaggio Olimpia sul 71-70 a 23” dal termine. Il canestrissimo di Jacob Pullen — apparentemente una forzatura senza senso a meno 13”, ma classe e personalità non si insegnano — ha ridato il vantaggio a Napoli, che ha forzato la palla persa decisiva di Napier. E ha chiuso in lunetta con l’Mvp Sokolowski, determinante in difesa su Shields e anima europea insieme a coach Milicic di una squadra a trazione posteriore americana (75 punti su 77 degli stranieri). «Buona difesa di squadra per contenere il talento di Milano, e grande apporto dalla marea di tifosi che ci ha aiutato a scrivere la storia» commenta il coach croato che ha riportato il capoluogo campano nell’albo d’oro dopo i successi della Partenope nel 1968 e del Napoli Basket del 2026. Di sicuro il fascino crudele dell’eliminazione diretta piace ai tifosi: nuovo record i 40.059 spettatori delle 4 giornate. «A Torino ci troviamo benissimo: le Final Eight sono diventate un evento, lo saranno anche l’anno prossimo» afferma il presidente di Lega Basket Umberto Gandini.