Settebello epico si gioca l’oro Del Lungo perfetto le prende tutte
Un portiere stile dea Kalì, un bomber-capitano a cui aggrapparsi, un giovane che sboccia. È un Settebello, anzi bellissimo che ora si giocherà l’oro mondiale contro la Croazia (battuta la Francia ai rigori), nella terza finale in quattro edizioni mondiali. Dopo la partita vinta a fatica con gli Stati Uniti (con pass olimpico conquistato), il portierone Marco Del Lungo si era messo a piangere negli spogliatoi. Un calo di tensione. «E temevo il rilassamento suo e di tutta la squadra», confida adesso il ct-guru Sandro Campagna. Marco Del Lungo esce oggi dalla semifinale con la Spagna vinta per 8-6 — una sfida che richiama l’epica della pallanuoto, un po’ come ItaliaGermania nel calcio e che solo un mese fa, nella semifinale degli Europei, era finita con un netto successo degli spagnoli 7-4 —, con il trofeo di Mvp in mano: le ha prese tutte, deviando su pali e traverse qualunque palla gli arrivasse a tiro. Ci ha tenuto a galla nel primo quarto, inchiodando la Spagna sull’1-0 quando faticavamo a segnare, fino al gol dell’1-1 di Ciccio Condemi, il ventenne in vena di magie con la mamma Milena Virzì, campionessa sugli spalti. Poi Del Lungo al secondo tentativo di palombella da parte di Munarriz (il primo era stato uno splendido gol), non si fa più fregare: «Mica è sempre Natale», dice guardando lo spagnolo. Ci sono dettagli che fanno capire come finirà.
Sarà anche «un’educazione alla sofferenza», come dice Campagna, questo Mondiale del Settebello, una personalissima cognizione del dolore «perché la tenuta mentale, la tolleranza alla fatica si impara solo attraverso partite così, percorsi così. All’Olimpiade le gare saranno tutte di questo livello, basta un niente per perdere, qui poi c’è anche la Var che gli arbitri ancora non sanno ben gestire».
Ma se si riesce ad aggiungere anche un po’ di leggerezza, ecco che esce la partita perfetta. Ci ha lavorato su Del Lungo («Ci sono voluti anni per imparare a gestire l’ansia con l’aiuto di uno psicologo, il resto lo hanno fatto mia moglie Alessandra e mia figlia Vittoria che ha due anni e mezzo e viene in piscina mettendosi la mia calottina»), è riuscito a portarla Fondelli che fa due boccacce al portiere spagnolo dopo i due rigori realizzati (resettando dopo gli errori contro Ungheria e Usa).
Così per paradosso quella contro i campioni del mondo diventa la partita che l’Italia controlla di più. Grande difesa — l’anima della Spagna, il capitano 38enne Perrone reso inoffensivo —, un Di Fulvio
che realizza i gol che pesano di più: è lui che interrompe un digiuno di otto minuti senza segnare quando la Spagna, finita sotto 6-2, aveva saputo risalire fino al 6-5. È il bomber, che Campagna ha responsabilizzato rendendolo capitano, che ci dà sicurezza, è Condemi che con un dribbling conquista l’ultimo rigore. «Alla riunione pre partita mi ero concentrato molto sulla difesa e mi ero dimenticato di spiegare un movimento dell’attacco. Ho rincorso i ragazzi per richiamarli e loro mi hanno risposto “lo sappiamo, lo sappiamo”...», racconta Campagna l’aneddoto che forse gli aveva rivelato qualcosa. E ora? Ora la Croazia che ha faticato con la sorpresa Francia, e, poi, indovinate?, «ci sarà da soffrire».