I post con le battute sui bagni no gender Bocconi, sei sospesi
«Non diciamo pagliacciate. Può piacerti chiunque, ma sei hai il… resti un maschio e se hai la… resti femmina. E vai nel bagno adatto». Poi: «Li puoi letteralmente usare per andare a trans». E ancora: «Li userò, ma non per andare in bagno». Per questi commenti sui social, che deridevano la decisione della Bocconi di dotarsi di bagni «neutri», ovvero non associati a un genere, tre studenti sono stati sospesi sei mesi dai corsi e dagli esami, ma con la possibilità di tramutarne circa la metà in volontariato. A sollevare il caso è stata la lista studentesca, Best Bocconi che, insieme ad un’altra, Astra Bocconi, aveva dato notizia dei bagni. Le loro pagine e non l’account istituzionale Bocconi avevano ricevuto i commenti incriminati. «Il perimetro sui social della Bocconi dove si ferma?» si chiede su Instagram «Proletariato Bocconiano», che ha dato notizia delle sospensioni. E gli studenti si dividono tra chi accusa l’ateneo di censura e chi plaude al provvedimento. «C’è una disposizione di legge secondo cui l’università ha potere e dovere di esercitare l’azione disciplinare anche per fatti compiuti dagli studenti all’esterno, se contrari all’onore e al decoro» spiega il prorettore della Bocconi Pietro Sirena, presidente della commissione disciplinare. «Il punto non è la critica sui bagni gender free, su cui si possono avere opinioni diverse, ma le allusioni a usarli per un “commercio sessuale”». Ieri, tra uno dei sospesi e Best Bocconi c’è stato un chiarimento. «È risultato chiaro che l’intento non era discriminare le persone transgender, ma si è trattato di un errore di giudizio», spiega un comunicato.