Eredità Agnelli, la sfida delle firme «Falsificate quelle di Marella»
La consulenza della Procura: ragionevolmente apocrife. «Nuovi beni nei paradisi fiscali»
TORINO Le firme di Marella Agnelli, vedova dell’Avvocato, riportate su «alcuni documenti di rilievo» sarebbero di «natura ragionevolmente apocrifa». False, in sostanza. Il sospetto che la Procura di Torino esplicita nel decreto di perquisizione — e raccontato martedì dal Corriere — è (anche) frutto di una consulenza calligrafica che apre a questa possibilità. I documenti in questione — citati a titolo di esempio — sarebbero «le aggiunte testamentarie» e i «contratti di locazione degli immobili italiani». Atti di cui si evidenzia «l’assenza totale» degli originali, quelli necessari per addivenire alla comparazione grafica per trasformare in certezza quella che al momento sarebbe una ragionevole possibilità, appunto.
Caccia a 14 documenti
Da qui l’elenco dei 14 documenti chiave che il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti hanno dato mandato alla Guardia di finanza di sequestrare nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta «dichiarazione fraudolenta» di Marella Caracciolo, contestata in concorso allo stesso Elkann, allo storico commercialista della famiglia Gianluca Ferrero, e al notaio svizzero Urs Robert von Grueningen, incaricato dell’amministrazione del patrimonio ereditario della moglie dell’Avvocato. La contestazione da cui partono i magistrati è che gli indagati avrebbero contribuito a vario titolo a impedire «l’assoggettamento all’imposizione fiscale della rendita vitalizia» che Marella riceveva dalla figlia: per un’evasione dell’Irpef — secondo l’accusa — di 3,5 milioni e di circa 244 mila euro. Ma è chiaro che l’orizzonte investigativo — che raccontano i 14 documenti — va ben al di là di questa presunta evasione. Sul tavolo ci sono quelle che vengono definite «evidenti anomalie, anche di carattere documentale, che hanno interessato l’aggiornamento della compagine sociale della Dicembre s.s. (la cassaforte della famiglia Agnelli) avvenuta a distanza di anni e in maniera irregolare». Gli investigatori sono a caccia del testamento pubblico numero 3693 del 12 agosto 2011 (di Marella); e di due aggiunte allo stesso testamento, fatte il 14 agosto 2012 e il 22 agosto 2014. E ancora: delle cessioni della nuda proprietà delle quote della «Dicembre s.s.» (società semplice) a John, Lapo e Ginevra Elkann (tre atti separati); e due modifiche dell’oggetto sociale della medesima società, con la trascrizione dei patti sociali. I militari del Gruppo tutela mercato e capitali cercano due contratti di locazione a uso abitativo di una villa sulle colline torinesi; e due di comodato, uno relativo a una casa a Roma, a due passi dal Quirinale, e l’altro una palazzina a Villar Perosa.
Sentiti altri testimoni
Una vicenda «particolarmente articolata» in cui ci sono intrecci societari, passaggi di quote attraverso fiduciarie e società offshore, in parte emersi nel corso di un’ispezione antiriciclaggio avviata a luglio 2023 dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza nei confronti della P Fiduciaria: dove si arrivò a un ente «collegato a mandato fiduciario intestato a John Elkann». Ovvero, la «Tremaco Treuunternehmen Reg», un family office con sede a Eschen, in Liechtenstein, al numero 91 di Essanestrasse. Il 31 ottobre dello stesso anno, Elkann presenta «dichiarazioni aggiuntive con riguardo agli anni di imposta 20192020-2021»: e per il 2019 viene segnalata, tra l’altro, la disponibilità di beni collocati all’estero (quadro Rw) da 311 giorni, ovvero a partire dal 23 febbraio di quell’anno, data della morte di Marella. Da qui, il sospetto degli investigatori: si tratta di beni «ragionevolmente derivanti dall’eredità» della nonna. Dalle dichiarazioni emerge pure la presenza di redditi tramite cfc (controlled foreign companies), tra cui Blue Dragons Ag e Dancing Tree Ag». Due «società anonime» — la prima costituita il 18 luglio 2017, la seconda il 30 luglio 2020 — con sede sempre al 91 di Essanestrasse, presso la «Tremaco». Negli atti si parla anche della «Bundeena Consulting Inc Bvi» — sede nelle Isole Vergini Britanniche e domicilio alle «Tremaco» — società di cui Marella sarebbe stata la «titolare effettiva» e dove è ragionevole ritenere, per l’accusa, si trovino «beni, produttivi di reddito» derivanti dal patrimonio dell’Avvocato.
E mentre si prova a ricostruire l’«effettiva destinazione delle disponibilità finanziarie emerse dall’attività di discovery a carico di Marella Caracciolo non rendicontati nella massa ereditaria», si lavora sull’ipotesi della residenza «fittizia» di Marella in Svizzera. Sono già una decina i testimoni ascoltati, parte dello staff che lavora da anni per la famiglia. L’ultima a comparire davanti ai pm è stata Carla Cantamessa, dal 2017 segretaria del presidente di Exor. Con la donna, sentita per due ore, si è cercato di fare chiarezza sugli incarichi del personale che lavorava per Marella.