Ponte sullo Stretto, sì al progetto Il costo sarà di 13,5 miliardi, l’obiettivo è aprirlo nel 2032
Non è la posa della prima pietra, ma segna uno scatto in avanti che entro l’estate dovrebbe portare all’apertura del cantiere. L’aggiornamento del progetto definitivo (risalente al 2011) per collegare Sicilia e Calabria è stato approvato dal consiglio di amministrazione di Società Stretto di Messina, la controllata del ministero dell’Economia, incaricata di realizzare il ponte lungo 3,6 chilometri e con un’aspettativa di vita operativa di 200 anni. I dati sono nella scheda tecnica che accompagna l’elenco dei principali aggiornamenti al progetto del Ponte sullo Stretto.
«Confermo che l’intenzione è aprire i cantieri entro l’anno 2024 e aprire al traffico stradale e ferroviario il ponte nel 2032», annuncia il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Il leader della Lega è, del resto, il più convinto padrino politico dell’operazione che nei mesi scorsi ha portato il governo Meloni a riesumare il progetto per la costruzione del ponte e a ricostituire la società pubblica incaricata di seguirne la costruzione, quest’ultima affidata a un consorzio con a capo il gruppo Webuild. Per la copertura dell’opera da 13,5 miliardi il governo ha stanziato 11,6 miliardi a cui va aggiunto l’aumento di capitale da 370 milioni di euro, effettuato da Stretto di Messina. Secondo le stime fornite nelle ultime ore il maxi cantiere occuperà mediamente 4.300 addetti l’anno, con un picco di 7 mila occupati nel periodo di massima operatività.
Per avviare i cantieri, come annunciato da Salvini, la dotazione per il 2024 è di circa un miliardo (780 milioni in legge di Bilancio più la ricapitalizzazione di Stretto di Messina). «Stiamo investendo decine di miliardi di euro per potenziare strade e ferrovie in Calabria e in Sicilia, non fare il ponte sarebbe una follia», ri
vendica Salvini, che in serata respinge gli attacchi e le critiche delle opposizioni, contrarie a un’opera ritenuta costosa e non strategica. «La sinistra è quella del no, io rappresento la maggioranza silenziosa degli italiani del sì». Tra i detrattori della prima ora c’è Angelo Bonelli, coportavoce di Europa Verde, che ha presentato un esposto in procura sottoscritto da Elly Schlein per il Pd e da Nicola Fratoianni per Sinistra italiana, chiedendo di indagare sui fondi e sul progetto.
La previsione è, intanto, di realizzare l’opera in sette anni. «Si conferma un progetto straordinario, tecnicamente all’avanguardia e di riferimento a livello internazionale», osserva Pietro Ciucci, amministratore delegato di Stretto di Messina. Rispetto al progetto originario nell’aggiornamento figurano, per esempio, il potenziamento dei sistemi di monitoraggio strutturale e della manutenzione, così come il miglioramento della durabilità delle strutture mediante calcestruzzi più performanti, l’introduzione di sistemi aggiornati per la protezione attiva e passiva contro il fuoco, altra novità riguarda la realizzazione di una struttura Smart road con avanzati livelli di assistenza alla guida e di digitalizzazione dell’infrastruttura.
Ieri il board di Stretto di Messina, presieduto da Giuseppe Recchi, ha inoltre approvato l’aggiornamento della documentazione ambientale (compresi gli studi di impatto ambientale), l’analisi dei costi e dei benefici (che indica un valore attuale netto economico positivo) e l’aggiornamento del piano per gli espropri.
Tutti i documenti oggetto di approvazione nelle prossime ore saranno trasmessi al ministero di Salvini per indire la conferenza dei servizi. Un ulteriore destinatario dell’intera documentazione è il ministero dell’Ambiente, per l’avvio dell’iter autorizzativo ambientale e paesaggistico. Indispensabile è, infine, l’approvazione da parte del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Se tutto filerà liscio Salvini conta di posare la prima pietra del ponte all’inizio dell’estate, o, meglio, alla vigilia delle elezioni europee fissate per domenica 9 giugno.