Corriere della Sera

Morandotti junior «Tiravo, segnavo e il pensiero era per mamma»

Il figlio di Ricky gioca nonostante il lutto

- Di Flavio Vanetti

Con la voce pacata e con la comprensib­ile timidezza dei suoi 18 anni Elia Morandotti — figlio d’arte di Ricky, già stella del basket italiano — sintetizza così le emozioni della partita speciale che ha disputato lunedì scorso con i Santarcang­elo Angels, squadra Under 19 del campionato d’eccellenza: «Ho cercato di giocare come al solito e di eseguire quello che mi chiedevano». La ricerca della tranquilli­tà per placare una bufera interiore che di sicuro ha provato, ma che nel nome della pallacanes­tro è riuscito ad addomestic­are. Non sembri arido e cinico. Elia ha sempliceme­nte smontato con la normalità di sempre gli ostacoli di un momento terribile: sua madre Maura era mancata il giorno prima, ma lui, poche ore dopo, ha voluto a tutti i costi essere in campo, lasciando di stucco l’allenatore e i compagni.

In una situazione del genere era lecito immaginare che il basket non fosse il primo dei pensieri. Invece lo è stato. Quello che ha poi combinato in appena 28 minuti sul campo, contro il Perugia Basket, è stato strabilian­te: 55 punti segnati, con 10 su 13 da tre punti e 9 su 13 da due. Fino a due minuti dalla conclusion­e dell’incontro aveva 10 su 10 nelle triple. «Stupito di me stesso? Be’, io devo buttarla dentro…». Gli Angels hanno stravinto (12859), ma la festa è stata per lui: sui social network c’è la sua foto in mezzo ai compagni; la faccia di Elia non è esultante, però la sua presenza è emblematic­a. Quando gli si chiede se lo ha spinto il ricordo della mamma, Morandotti junior quasi si sorprende. Esita un po’, prova a schermirsi («Mah, non lo so… ») e torna all’idea che fossero centrali la partita e la necessità di essere all’altezza della situazione. Però ammette che nel profondo dell’animo qualcosa è scattato: «Sì, un pensiero per lei è partito».

Raccontare la saga dei Morandotti equivale a seguire vari intrecci. Papà Ricky, dal quale il figlio ha ereditato i geni del cestista di valore, è stato un ex azzurro e per vent’anni giocatore in serie A tra Torino (la squadra che lo lanciò), Verona e Virtus Bologna (con le V-nere la militanza più lunga, dal 1991 al 1996), senza dimenticar­e le parentesi con Varese e Roseto e, verso la fine della carriera, al Gira, al Trapani e al Guelfo Basket. «Ho visto alcuni filmati delle sue partite, era davvero forte e aveva mezzi fita, sici formidabil­i. Per il momento, però, io gioco in un ruolo diverso: lui era un’ala, io sono un play-guardia, più guardia che play» dice Elia, nato del 2005. Maura è stata la prima moglie di Ricky che oggi, grazie alla compagna attuale, è cugino di Steven Adams, centro neozelande­se dei Memphis Grizzlies e della pesista (medagliata olimpica e mondiale) Valerie Adams. Morandotti junior vive a Rimini con papà e milita appunto nei Santarcang­elo Angels. Però si allena pure in A2 con la Rinascita Basket Rimini. Pane e pallacanes­tro: è questo l’orizzonte della sua vinon ci sono opzioni alternativ­e anche se gli studi linguistic­i un giorno potrebbero aprirgli porte importanti. «Ma al momento il basket è tutto: lo gioco perfino nei campetti. Altri hobby? La musica. Però è scontato dire che mi piace».

Da buon millennial segue con passione la Nba («Tifo per i singoli giocatori, non per una squadra in particolar­e: dico che Kevin Durant è il numero uno, poi scelgo Stephen Curry e Luka Doncic»), tuttavia lo sbarco in serie A è il progetto che coltiva.

Papà è stato quattro volte campione d’Italia e con la Virtus pure campione d’Europa (1997-98); sempre a Bologna ha conquistat­o una Supercoppa italiana, mentre a Verona, nel 1991, ha vinto la Coppa Italia.

Ricky era un gran tiratore e un atleta superiore alla media: Elia deve ancora assestarsi sia nel fisico (è alto 1,83) sia nel ruolo, ma se è vero che esiste l’evoluzione della specie diventerà perfino più forte. «Io ci provo. Con l’idea, un giorno, di vestire a mia volta la maglia delle V-nere».

Buttarla dentro Ho cercato di giocare come al solito. I 55 punti? Beh, io vado in campo per buttarla dentro

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Elia Morandotti con la maglia numero 13: i compagni di squadra lo festeggian­o, è sceso in campo dopo aver perso la madre
Sostegno Elia Morandotti con la maglia numero 13: i compagni di squadra lo festeggian­o, è sceso in campo dopo aver perso la madre
 ?? ?? Il papà Riccardo Morandotti, 4 scudetti, nazionale dall’87 al ‘90
Il papà Riccardo Morandotti, 4 scudetti, nazionale dall’87 al ‘90

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