Leader di Taiwan negli Stati Uniti, l’ira di Pechino
Si riaccende il fronte del Pacifico. Pechino minaccia rappresaglie a causa di due rapidi passaggi negli Stati Uniti della presidente taiwanese Tsai Ing-wen. Non è una visita ufficiale, la leader dell’isola democratica è diretta in Guatemala e Belize, due dei 13 Paesi che ancora hanno relazioni diplomatiche con Taipei, sempre più sola dopo aver perso l’Honduras, che la settimana scorsa ha abbracciato la grande Cina. Tsai si fermerà oggi a New York, dove riceverà il premio Global Leadership del think tank Hudson Institute. Ripartirà subito per l’America centrale e sulla via del ritorno farà un altro «scalo tecnico» il 7 aprile a Los Angeles. E lì dovrebbe incontrare Kevin McCarthy, speaker della Camera. Lo scorso agosto, quando Nancy Pelosi andò in visita a Taipei le forze armate cinesi si esercitarono per dieci giorni intorno a Taiwan, lanciando missili che sorvolarono l’isola. «Ci opponiamo risolutamente all’incontro e prenderemo misure in risposta alla provocazione che viola il principio “Una Cina” e danneggia sovranità nazionale e integrità territoriale della Repubblica popolare cinese», avverte Pechino. Un monito agli Stati Uniti: «Evitino atti pericolosi che minano le fondamenta politiche delle relazioni con noi». Immediata la risposta: il transito della presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, attraverso gli Stati Uniti avverrà «in forma privata, non ufficiale e coerente con la politica “una sola Cina” di Washington», ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. Tsai ha commentato: «Non ci fermeranno, non ci impediranno di tenere i contatti con il mondo, continueremo a difendere la nostra libertà e democrazia». Washington riconosce la Cina, a Taipei ha solo un ufficio di rappresentanza «culturale e commerciale». Però, sostiene la democrazia taiwanese: il presidente Joe Biden ha autorizzato la vendita di armi per 10 miliardi in 5 anni e ha più volte segnalato a Pechino che in caso di attacco armato per ottenere la riunificazione, le forze americane non starebbero a guardare. Dopo i «giochi di guerra» di agosto 2022 quale sarà la prossima rappresaglia cinese?