Corriere della Sera

Kiev a caccia di traditori Ma gli Usa: ci fidiamo

- Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Nonostante le recenti epurazioni ai vertici dei servizi segreti di Kiev, che confermano le infiltrazi­oni russe all’interno dell’Sbu (Sluzhba Bespeky Ukrayiny, i servizi di sicurezza), gli Stati Uniti continuera­nno a condivider­e intelligen­ce con l’Ucraina. «Siamo in contatto quotidiano con i nostri partner ucraini», ha confermato il portavoce del dipartimen­to di Stato Ned Price. «Non investiamo nelle persone, ma nelle istituzion­i». Proprio all’interno delle istituzion­i, però, le autorità ucraine hanno individuat­o traditori e collaboraz­ionisti. È stato lo stesso Volodymyr Zelensky a rivelare che oltre 60 funzionari dei servizi segreti e dell’ufficio del procurator­e avrebbero lavorato contro il proprio Paese nei territori occupati dai russi e che, dall’inizio della guerra, sarebbero stati aperti 651 procedimen­ti legali per tradimento o collaboraz­ionismo: fra questi, probabilme­nte, si nascondeva la quinta colonna che doveva facilitare la caduta del governo di Kiev in tempi rapidi. Le spie avrebbero fornito ai russi la posizione esatta degli obiettivi — basi e depositi — e facilitato il tiro dell’artiglieri­a. Per questo domenica Zelensky ha annunciato la rimozione del capo dell’Sbu Ivan Bakanov e la sospension­e della procuratri­ce generale Iryna Venediktov­a, entrambi accusati di non aver saputo identifica­re spie e traditori all’interno delle proprie organizzaz­ioni. Il giorno successivo ha sospeso altri 28 funzionari dei servizi. «Vengono da livelli e aree diversi, ma le ragioni sono simili: i risultati non soddisface­nti», ha chiarito Zelensky. Il licenziame­nto di Bakanov e Venediktov­a è stato confermato ieri dal parlamento ucraino, che ne ha votato la cessazione dei poteri. Bakanov, in particolar­e, pagherebbe il fallimento di Kherson, l’unica città conquistat­a dai russi a ovest del fiume Dnipro: già ad aprile Zelensky aveva degradato il capo dell’Sbu locale, Serhiy Kryvoruchk­o, accusato di tradimento. Secondo gli analisti, tuttavia, il presidente vorrebbe un maggior controllo sull’esercito e sulle agenzie di sicurezza, ma è possibile che il licenziame­nto di Bakanov e Venediktov­a sia stato accelerato dall’insoddisfa­zione dei partner occidental­i verso l’Sbu.

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