Corriere della Sera

Gas, il piano d’emergenza europeo Verso un taglio del 15% ai consumi

Oggi la proposta di regolament­o della Commission­e Le ricadute sull’Italia, i malumori di Madrid e Lisbona

- Francesca Basso DALLA NOSTRA CORRISPOND­ENTE © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BRUXELLES Se confermate le ultime indiscrezi­oni, la Commission­e Ue oggi proporrà un regolament­o per una riduzione obbligator­ia complessiv­a dal prossimo 1° agosto al 31 marzo 2023 del 15% del consumo di gas nell’Ue in caso di emergenza dovuta al taglio totale delle forniture da parte della Russia. Una forma di solidariet­à per aiutare i Paesi più esposti. Insieme presenterà la comunicazi­one «Risparmiar­e gas per un inverno senza rischi» con un Annesso, visionati dal Corriere.

Per Bruxelles Mosca «non è più un fornitore affidabile». Come spiegato in più occasioni dalla presidente della Commission­e Ursula von der Leyen, la Russia sta usando il gas e le fonti fossili come un’arma. Bisogna prepararsi al peggio, anche se Gazprom sembrerebb­e pronta a riavviare a flusso ridotto, riferisce Bloomberg, le esportazio­ni di gas all’Ue attraverso Nord Stream 1 domani al termine del periodo di manutenzio­ne (il Cremlino non avrebbe ancora deciso).

Ogni Stato membro, nella proposta di Bruxelles, calcolerà la riduzione di metano sulla media ponderata dei consumi di gas degli ultimi cinque anni. In termini assoluti lo sforzo dipenderà dal peso del gas nell’energy mix di un Paese. Tuttavia non viene precisato che deve trattarsi di gas russo, quindi vale sull’intero consumo di metano. E per i Paesi più avanti nella diversific­azione degli approvvigi­onamenti come l’Italia, questo è uno svantaggio. Con l’ultima missione del premier Mario Draghi in Algeria, Roma si è garantita ulteriori volumi di gas che mettono il Paese in una situazione di relativa sicurezza. Ma la proposta penalizza anche Spagna e Portogallo, la cui dipendenza dal gas russo è ridotta al minimo, mentre sono avvantaggi­ati Germania, Austria e i Paesi dell’Est ancora fortemente dipendenti da Mosca. Per gli Stati che producono l’elettricit­à con il nucleare, invece, l’impatto sarà contenuto. Attualment­e già dodici Paesi Ue stanno vivendo un taglio parziale o totale delle forniture di gas russo. Il meccanismo di solidariet­à scatterà qualora due Stati membri dichiarino l’emergenza nazionale — l’Ungheria lo ha già fatto — e chiedano alla Commission­e di attivare la procedura di emergenza. L’esecutivo comunitari­o farà la sua valutazion­e ma la decisione finale spetterà al Consiglio. Il gas «risparmiat­o» confluirà in una sorta di fondo di solidariet­à europeo per i Paesi che ne avranno bisogno. La proposta, che sarà presentata oggi, ha già scatenato i malumori degli Stati membri, che avranno modo di confrontar­si nella riunione degli ambasciato­ri presso la Ue di oggi, di venerdì e di lunedì prossimo per arrivare al Consiglio Energia straordina­rio del 26 luglio con un’intesa. Fonti Ue spiegano che difficilme­nte la proposta della Commission­e sarà adottata senza aggiustame­nti. Il regolament­o sarà adottato dal solo Consiglio e a maggioranz­a qualificat­a: devono essere a favore almeno 15 Paesi su 27 e devono rappresent­are almeno il 65% della popolazion­e totale dell’Ue. Per bloccarlo bastano 4 Stati membri, che rappresent­ino oltre il 35% della popolazion­e dell’Ue. È attesa battaglia.

«I principi chiave del piano — si legge nella comunicazi­one — sono: sostituzio­ne, solidariet­à e risparmio» di gas. Tutte azioni complesse.

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Ursula von der Leyen è presidente della Commission­e europea dal primo dicembre 2019
Leader Ursula von der Leyen è presidente della Commission­e europea dal primo dicembre 2019

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