Gas, il piano d’emergenza europeo Verso un taglio del 15% ai consumi
Oggi la proposta di regolamento della Commissione Le ricadute sull’Italia, i malumori di Madrid e Lisbona
BRUXELLES Se confermate le ultime indiscrezioni, la Commissione Ue oggi proporrà un regolamento per una riduzione obbligatoria complessiva dal prossimo 1° agosto al 31 marzo 2023 del 15% del consumo di gas nell’Ue in caso di emergenza dovuta al taglio totale delle forniture da parte della Russia. Una forma di solidarietà per aiutare i Paesi più esposti. Insieme presenterà la comunicazione «Risparmiare gas per un inverno senza rischi» con un Annesso, visionati dal Corriere.
Per Bruxelles Mosca «non è più un fornitore affidabile». Come spiegato in più occasioni dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, la Russia sta usando il gas e le fonti fossili come un’arma. Bisogna prepararsi al peggio, anche se Gazprom sembrerebbe pronta a riavviare a flusso ridotto, riferisce Bloomberg, le esportazioni di gas all’Ue attraverso Nord Stream 1 domani al termine del periodo di manutenzione (il Cremlino non avrebbe ancora deciso).
Ogni Stato membro, nella proposta di Bruxelles, calcolerà la riduzione di metano sulla media ponderata dei consumi di gas degli ultimi cinque anni. In termini assoluti lo sforzo dipenderà dal peso del gas nell’energy mix di un Paese. Tuttavia non viene precisato che deve trattarsi di gas russo, quindi vale sull’intero consumo di metano. E per i Paesi più avanti nella diversificazione degli approvvigionamenti come l’Italia, questo è uno svantaggio. Con l’ultima missione del premier Mario Draghi in Algeria, Roma si è garantita ulteriori volumi di gas che mettono il Paese in una situazione di relativa sicurezza. Ma la proposta penalizza anche Spagna e Portogallo, la cui dipendenza dal gas russo è ridotta al minimo, mentre sono avvantaggiati Germania, Austria e i Paesi dell’Est ancora fortemente dipendenti da Mosca. Per gli Stati che producono l’elettricità con il nucleare, invece, l’impatto sarà contenuto. Attualmente già dodici Paesi Ue stanno vivendo un taglio parziale o totale delle forniture di gas russo. Il meccanismo di solidarietà scatterà qualora due Stati membri dichiarino l’emergenza nazionale — l’Ungheria lo ha già fatto — e chiedano alla Commissione di attivare la procedura di emergenza. L’esecutivo comunitario farà la sua valutazione ma la decisione finale spetterà al Consiglio. Il gas «risparmiato» confluirà in una sorta di fondo di solidarietà europeo per i Paesi che ne avranno bisogno. La proposta, che sarà presentata oggi, ha già scatenato i malumori degli Stati membri, che avranno modo di confrontarsi nella riunione degli ambasciatori presso la Ue di oggi, di venerdì e di lunedì prossimo per arrivare al Consiglio Energia straordinario del 26 luglio con un’intesa. Fonti Ue spiegano che difficilmente la proposta della Commissione sarà adottata senza aggiustamenti. Il regolamento sarà adottato dal solo Consiglio e a maggioranza qualificata: devono essere a favore almeno 15 Paesi su 27 e devono rappresentare almeno il 65% della popolazione totale dell’Ue. Per bloccarlo bastano 4 Stati membri, che rappresentino oltre il 35% della popolazione dell’Ue. È attesa battaglia.
«I principi chiave del piano — si legge nella comunicazione — sono: sostituzione, solidarietà e risparmio» di gas. Tutte azioni complesse.