«Prada, così taglieremo la CO2 La priorità? Puntare sui giovani»
«Quando mi chiedono perché il gruppo Prada creda nella sostenibilità rispondo che noi crediamo nella cultura e che la sostenibilità è una risultante naturale della cultura», dice Lorenzo Bertelli, 34 anni, head of corporate social responsibility del Gruppo Prada. Ieri il
primogenito di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli era a Lisbona per chiudere la seconda edizione di «Sea Beyond», il progetto educativo destinato a dieci scuole secondarie da tutto il mondo che ha lanciato nel 2019 e dal 2021 legato al «Decennio del mare» Unesco – Ioc. Ad aggiudicarsi il primo premio, gli studenti del Newton college di Lima, che hanno convinto artisti da tutto il Perù a donare le loro opere e messo in piedi un’asta grazie alla quale hanno raccolto fondi e finanziato una Ong ambientalista locale. «Puntiamo sui giovani perché sono il futuro e il presente», ha aggiunto Bertelli.
Nel futuro del gruppo Prada, che si è impegnato a diventare carbon neutral entro il 2050, la riduzione del 29,4 per cento delle emissioni dirette, come il consumo elettrico e di gas, entro il 2026, e il taglio del 42 per cento delle emissioni indirette entro il 2029. Il Gruppo sta portando avanti la ricerca sui materiali, ma i prodotti devono funzionare. «Spesso si dice che il capitalismo sostenibile non esista, ma la storia lo insegna, oggi il mondo è capitalista – continua Bertelli – Il tema è: come riusciamo a creare un capitalismo in grado di inserire tra i suoi valori la compensazione o il ri-equilibrio degli scompensi che crea. L’economia circolare è fondamentale. Si parla molto di second hand, che è giustissimo, ma se riusciamo a comprare un prodotto con un ciclo di vita che gli permetta di tornare a essere sempre “nuovo”, riparando e compensando tutti i danni che ha generato, si può creare un equilibrio». Il capitalismo così diventa uno strumento: «È un processo lungo ma dobbiamo cambiare il paradigma del valore all’interno della parola “capitale”, non solo per l’aspetto economico, ma anche per quelli ambientale e umano», aggiunge.
«Sea Beyond» è stato finanziato con le vendite dei prodotti della collezione «RE-Nylon», frutto della collaborazione tra Prada Aquafil dalla quale è nato «Econyl», il nylon completamente rigenerato e rigenerabile, creato a partire da rifiuti marini e rimanenze di tessuto. «Oggi il 100 per cento del nylon usato da Prada è rigenerato – continua Bertelli – Stiamo dimostrando come, su una parte della nostra collezione, siamo riusciti a creare un’economia veramente circolare».
Oggi non si può parlare di sostenibilità senza toccare il tema Epr, progettare pensando al fine vita. «Il lusso da questo punto di vista è meno impattato perché la maggior parte dei prodotti non perde valore nel tempo e questo fa sì che durino di più – continua Bertelli – Non è così per tutti. Oggi dobbiamo assicurarci che i capi di lusso non vengano trattati come fast fashion, perché mentre quest’ultimo perde valore, i primi lo guadagnano e noi siamo chiamati a dare il buon esempio».
Emissioni zero
Il gruppo Prada si è impegnato a diventare a emissioni zero entro il 2050