Lo zar: risponderemo se la Nato apre basi in Svezia e Finlandia
La minaccia dopo il viaggio in Tagikistan, il primo dall’inizio della guerra: «Ci muoveremo in modo speculare». L’incontro (e la gaffe) con i leader talebani
L’ultima volta fu all’inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Pechino. Era il 6 febbraio, era un altro mondo. Da allora, Vladimir Putin non era più uscito dalla madre Russia. La sua prima visita ufficiale all’estero dall’inizio dell’Operazione militare speciale non ha però trovato grande risalto sui media ufficiali russi. Forse perché il Tagikistan e la sua relativa importanza rappresentano comunque la prova dell’orizzonte molto più ristretto nel quale si sta muovendo la Russia di oggi. Forse perché non è mancato un mezzo incidente diplomatico.
Il presidente aveva già ricevuto di persona la delegazione talebana apparsa di recente al Forum economico di San Pietroburgo. Trovandosi in un luogo che da sempre ha confini alquanto porosi e relazioni ambigue con l’Afghanistan, ha detto di essere impegnato a stringere «relazioni stabili con le forze politiche che controllano la situazione». Ma subito dopo, ha aggiunto l’auspicio che «tutti i gruppi etnici presenti in Afghanistan possano partecipare nel governo del Paese», dichiarazione che certo non ha trovato il gradimento dei talebani, i quali nonostante il recente riavvicinamento al Cremlino figurano ancora nella lista dei gruppi terroristici. La politica estera ormai è divenuta un ghiaccio sottile per la Russia. Appena rientrato a Mosca dopo aver partecipato alla sesta edizione del summit che raduna gli Stati affacciati sul Mar Caspio, Putin ha parlato dell’allargamento della Nato a Svezia e Finlandia. «Se l’infrastruttura militare di quella organizzazione verrà dispiegata nei due nuovi Paesi, la Federazione russa dovrà rispondere in maniera speculare». Ma al tempo stesso, ha cancellato all’improvviso una visita programmata da tempo in Bielorussia,
l’alleato fedele. Lui e Lukashenko dovevano ritrovarsi di persona a Grodno, vicino alla frontiera polacca. E forse è sorto qualche problema di opportunità.
In ogni caso, il presidente russo ha dimostrato di non avere gradito la battuta dei leader del G7, che nel corso dell’ultimo vertice in Germania avevano scherzato sul fatto di mettersi a petto nudo per essere «gagliardi» come il capo del Cremlino. «Non so come volessero spogliarsi, ma penso che sarebbe stato uno spettacolo disgustoso». Oggi a Mosca incontrerà Joko Widodo, il presidente dell’Indonesia. Ovvero il padrone di casa del vertice dei G20 previsto a Bali per il prossimo novembre. Quello dove Putin potrebbe essere costretto a partecipare solo da lontano..