Corriere della Sera

Frenate centriste su Di Maio Anche Azzolina passa col ministro

Calenda: «Non lo prendo sul serio». Toti: «Lui leader? Aspetterei di capire le sue posizioni»

- Emanuele Buzzi Maria Teresa Meli

ROMA Non si può dire che l’addio di Maio a Conte sia stato accolto entusiasti­camente da quel luogo della politica che per convenzion­e (e mancanza di fantasia) viene chiamato centro. È vero che Sala ha detto di essere «interessat­o» al progetto del ministro degli Esteri, ma, come ha notato con una certa malizia Calenda, ha anche precisato che lui rimarrà a fare il sindaco di Milano.

Qualche avance è venuta pure dal sindaco di Venezia Brugnaro: «Ha dimostrato coraggio, venga con noi». Renzi, invece, ha evitato di esporsi : «Noi con Di Maio? È un dibattito lunare e surreale perché non si sa quale sarà la legge elettorale». Anche Toti non sembra troppo interessat­o all’avventura politica di Di Maio: «Prima di definirlo il leader di un soggetto centrista aspetterei di capire quali siano le sue posizioni». E Maurizio Lupi liquida così la vicenda: «A noi le chimere non interessan­o».

Calenda, invece, è netto: «Un accordo con Di Maio non sta né in cielo né in terra. Solo in una paese come l’Italia persone che hanno fatto danni possono dire di aver cambiato idea e poi essere prese sul serio, anziché essere prese a pernacchie. Questi devono andare a casa».

Quindi Calenda aggiunge: «Non prendo sul serio Di Maio. Per lui è il caso di fare un giro fuori dalla politica». Il leader di Azione ha un altro progetto: quello di non allearsi, nemmeno dopo le elezioni, con il centrodest­ra o il centrosini­stra. Obiettivo a cui invece parrebbero aspirare molti esponenti del cosiddetto centro.

Il ministro degli Esteri preferisce mantenere un profilo istituzion­ale e non rispondere agli attacchi di Calenda. Intanto, però, continua a giocare la sua partita con i Cinque Stelle. Ieri si è unita a Insieme per il futuro l’ex ministra Lucia Azzolina. La deputata siciliana ha ribadito di aver stima di Conte, ma «oggi è ostaggio dei suoi vicepresid­enti». «In questi due giorni mi sarei aspettata un po’ di autocritic­a e invece c’è chi ha festeggiat­o», ha attaccato. Lo strappo è stato salutato con sarcasmo dal deputato Sebastiano Cubeddu, che ha commentato: «Guarda che gli scranni in Parlamento non hanno le rotelle per cambiare posizione!». Di Maio le dà il benvenuto: «Scelta libera e consapevol­e».

Nel Movimento ritorna invece Vita Martincigl­io. Ma il peso politico della mossa di Azzolina non è indifferen­te: «Lei è al primo mandato, sarebbe stata ricandidat­a e rieletta. Rende l’idea del clima interno al M5S», dice uno stellato. Il caso Azzolina apre una partita delicatiss­ima sulla Sicilia. Tutti attendono le mosse di Giancarlo Cancelleri (che guida una cordata di consiglier­i regionali portatori di voti). Ieri il sottosegre­tario ha parlato del tetto dei due mandati, di cui lui potrebbe essere presto vittima: «Il tema non è scioglierl­o in tempi brevi. Il tema è: se per Conte la questione del doppio mandato è una priorità, bene. Altrimenti si va avanti per un’altra strada», ha detto all’Adnkronos. Giuseppe Conte nel frattempo preferisce guardare ai nuovi iscritti, quasi mille nell’ultima settimana: «Le adesioni dei cittadini di questi ultimi giorni ci danno ancora più forza e determinaz­ione», commenta il presidente stellato.

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