Leclerc fa bene a crederci In Canada pieno di fiducia
Stiamo parlando di un weekend in salita per la decisione della Ferrari di cambiare la power unit di Leclerc. Montreal è un circuito che conosco bene, ho vinto proprio lì nel 1995: è vero che si può superare ma non è così facile passare chi ti sta davanti. Proprio pensando a queste difficoltà, la gara di Charles è stata pazzesca. Ha salvato la macchina cavandosela nel caos dei primi giri e poi ha tirato sempre, in una condizione complicata. Ho sentito parlare di problemi di trazione della sua Ferrari all’uscita del tornante. È stata questa del resto l’impressione guardando la gara. Ma la spiegazione è più complessa perché se devi guidare a ridosso di un avversario, come è stato costretto a fare Leclerc per l’intero Gp, la qualità delle tue gomme viene compromessa, cala l’aderenza nelle ripartenze da curve lente. In aggiunta la Ferrari di Charles era piuttosto scarica nell’aerodinamica e questo comporta qualche problema uscendo proprio dal tornante che porta all’unico rettilineo utile per superare. Se fosse riuscito a tornare in pista dopo il pit stop con un filo di margine su «trenino» di auto più lente, sarebbe forse potuto salire sul podio. Dalla trasferta di Montreal, serviva tornare con il morale più alto: positività e convinzione sono importanti per continuare a spingere con la consapevolezza di far parte di un gruppo determinato. Conterà il lavoro di Sainz, rinfrancato dalla bella prova. Ha guidato e tirato sempre e serviva anche a lui, credo, qualche rassicurazione. Leclerc ha ragione quando mostra ottimismo. In un campionato così tirato i guai tecnici sono arrivati e arriveranno per ogni team. Non non siamo nemmeno a metà. Il tempo e le occasioni per recuperare non mancheranno, a cominciare da Silverstone.