51460, la brigata orientale «Sono loro i killer di Bucha»
L’accusa degli attivisti ucraini di InformNapalm: ecco i responsabili
Icorpi abbandonati lungo la strada di Bucha, davanti alle case, i civili uccisi mentre pedalavano in bicicletta o con le mani legate dietro alla schiena: in gran parte, secondo gli ucraini, sono stati assassinati dai russi durante la ritirata. Gli attivisti che hanno setacciato dati e immagini disponibili sostengono di aver individuato i responsabili del massacro: sarebbero il tenente colonnello russo Omurekov Azatbek Asanbekovich e la sua unità 51460, la 64esima brigata di artiglieria motorizzata arrivata in Ucraina dal villaggio di KnyazeVolkonskoye, nel territorio di Chabarovsk, nell’Estremo Oriente russo, poco a nord del confine con la Cina. L’unità 51460 era di stanza a Bucha, sostengono i volontari del progetto InformNapalm, che hanno pubblicato su Telegram i dati del comandante, ripresi — e poi censurati — anche su Reddit.
Dati e immagini
Nelle immagini pubblicate online, alcuni soldati del battaglione sventolano anche una bandiera della repubblica di Sacha — o Jacuzia — che si trova nella Siberia Orientale. «Siamo riusciti a trovare anche l’indirizzo di casa del boia russo», hanno scritto gli attivisti di InformNapalm, mostrandone l’email — dalla quale si potrebbe dedurre che Omurbekov ha 40 anni — e il numero di telefono, e dichiarandosi pronti a rendere pubblici tutti i nomi e i recapiti di «questi assassini e stusatellitari, pratori».
Anonymous rilancia
Le informazioni — non confermate da nessuna fonte ufficiale — sono state rilanciate anche dagli attivisti di Anonymous e sembrerebbero provenire dalla lista (parziale) dei 120 mila soldati dispiegati in Ucraina pubblicata il primo marzo dalla Pravda di Kiev, da cui emergeva che a nordovest della capitale erano impiegati i soldati del distretto militare orientale. Nell’area, notano inoltre gli osservatori, erano stazionati anche carristi della Guardia (36esima armata del distretto dell’estremo Oriente russo) ed elementi del 331esimo Reggimento parà della 98esima divisione aerotrasportata. «Questa non è un’operazione militare speciale», ha affermato da Bucha Wladimir Klitschko, ex pugile e fratello del sindaco di Kiev Vitali. «Questo è genocidio».
Dal satellite
Se in passato era difficile — soprattutto a caldo — ricostruire le responsabilità e la dinamica di un crimine di guerra, in questo conflitto la «nebbia» che di norma avvolge i combattimenti si è diradata: tutto è pubblico, visibile attraverso le immagini i social network, i dati open source e le ricognizioni dell’intelligence.
Cautela
Queste informazioni, tuttavia, possono ingannare e vanno prese con cautela, verificate: il ruolo di Omurbekov e dei suoi uomini arrivati dall’estremo Oriente per combattere in Ucraina va confermato, ma è sorprendente come siano bastate poche ore per rintracciare l’unità russa che operava a Bucha prima della ritirata del 30 marzo.
Il report
Di certo c’è però un report di Human Rights Watch, che conferma «apparenti» crimini di guerra nelle aree controllate dai russi, nelle regioni di Chernihiv, Kharkiv e Kiev: stupri, esecuzioni sommarie e di massa, violenze e minacce ai civili, episodi documentati fra il 27 febbraio e il 14 marzo.
Il testimone
Proprio a Bucha, un testimone ha riferito di un’esecuzione avvenuta la mattina del 4 marzo: cinque uomini vennero fatti inginocchiare ai margini della strada, con la maglietta a coprire il volto, e uno di loro fu colpito con un colpo di pistola alla testa. «Questi casi — spiega il direttore di Hrw per l’Europa e l’Asia Centrale, Hugh Williams — evidenziano una violenza e una crudeltà deliberata nei confronti dei civili ucraini».
Rintracciata l’unità russa di stanza alla periferia di Kiev prima del ritiro, comandata da l tenente colonnello Asanbekovich La conclusione dopo aver incrociato dati online e satellitari