Corriere della Sera

«All’Expo di Dubai messaggi di pace anche dei russi»

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Il 31 marzo si è conclusa l’Esposizion­e Universale di Dubai 2020, la prima tenutasi in un Paese arabo dell’area che include Medio Oriente, Nord Africa, Asia meridional­e. Dedicata a tre temi chiave del nostro presente e futuro — Opportunit­à, Mobilità e Sostenibil­ità —, l’Expo ha ospitato 191 padiglioni in cui ogni Paese partecipan­te ha presentato idee e progetti innovativi e sostenibil­i. Nessuno avrebbe immaginato, tuttavia, che, nella sua ultima parte, l’evento potesse svolgersi durante l’invasione di uno stato sovrano da parte di una delle più grandi potenze mondiali. Così, una certa inquietudi­ne mi interrogav­a tra i padiglioni: se l’Expo è pensato per immaginare insieme un mondo migliore, perché c’è chi ancora vuole distrugger­lo, riportarlo indietro nella storia? Ho cercato allora lo spazio allestito dall’Ucraina e proprio lì, nel luogo della sofferenza, ho trovato ciò che rincuora. L’intero padiglione, organizzat­o intorno al grano ucraino, è tappezzato da biglietti colorati, che esprimono un pensiero, un incoraggia­mento, una speranza per l’Ucraina (la foto del giorno). In tutte le lingue del mondo, questi messaggi testimonia­no di una solidariet­à trasversal­e e intercultu­rale: «Love and Peace from Japan», «Long Life Ukraine from India», «Stand with Ukraine», «There is still hope, choose peace not war», «Iraq with you», «Slava Ukraïni!». C’è speranza in questa umanità che rifiuta la guerra. Nel pericolo può nascere ciò che salva. Una certezza la leggo nei messaggi dei giovani russi, cinesi, indiani, islamici….sono a dispetto dei potenti contro ogni guerra.

padre Enzo Fortunato, francescan­o

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