Il cartoon senza barriere
Voci celebri per il ritorno di «Lampadino e Caramella» Serie dedicata anche ai bambini con disabilità «Animazione, linguaggio dei segni e racconto»
Frantumare barriere, varcare confini, smentire preconcetti. Sin dall’infanzia. Un cartone animato inclusivo lo può fare. Giocando anche la carta vincente della specularità tra le voci di personaggi noti di ogni settore per doppiare i loro corrispettivi animati, quasi avatar creati sartorialmente. Disney ha fatto scuola. La serie Lampadino e Caramella, pronta a ritornare a metà febbraio su Rai Yoyo (on-demand su Rai Play), con i nuovi 20 episodi della seconda stagione, ha aperto una strada mai percorsa prima: un programma rivolto a bimbi tra i due e i sei anni non solo normodotati, ma anche ipo e non vedenti, non udenti e autistici. «Dove animazione e linguaggio dei segni si integrano», spiega Luca Milano, direttore Rai Ragazzi». La serie prodotta con Animundi è nata da un’idea della casa editrice per l’infanzia Puntidivista e realizzata con metodologia CartoonAble per abbattere ogni barriera. Così è accaduto: i dati d’ascolto della prima stagione hanno visto picchi di 300mila spettatori a episodio. «Posizionamento nella nostra fascia di maggior ascolto — precisa Milano —. L’inclusione è una guida della nostra programmazione».
Protagonisti, i fratellini Lampadino e Caramella: frequentano varcando una quercia magica il MagiRegno degli Zampa. Qui incontrano animali e piante fatate con i quali affrontano un tema differente ogni episodio. Tasselli per spiegare ai bimbi, trattando i temi di inclusione, rispetto e uguaglianza, cosa e come sarà la realtà da grandi. «I bambini rappresentano il nostro futuro. Bisogna garantirglielo. Questo è un modo per prepararli. Comunicare con tutti, senza distinzione alcuna».
Così commenta Brunello Cucinelli, il filosofo del cashemere, tra le eccellenze made in Italy nel mondo. Cucinelli dà voce a un ariete in doppiopetto di nome Casimiro da Solomeo, custode delle tradizioni: Solomeo è il borgo umbro suo quartier generale. «Sono diventato già nonno Casimiro per le mie due nipotine e il mio nipotino — svela ridendo —. Ho accettato di partecipare pensando a loro».
Paladino di ogni inclusività lo è da sempre Alessandro Michele, direttore creativo Gucci: alla sua voce il look arboreo del Magi Salice sapiente.
Sono ben 28 le “guest voices” protagoniste, tra queste quelle di Gianna Nannini e Giancarlo Fisichella, Billie lo scoiattolo volante e Gianka il ghepardo. Arturo Brachetti sarà un camaleonte: «far capire quanto sia importante saper cambiare nella vita», mentre l’attore Giorgio Lupano, Pingio il pinguino, svela il suo entusiasmo di poter proseguire nel percorso iniziato nel 2015 in teatro con il testo Figli di un dio minore: «in scena grazie a e al fianco di attori sordi». Se fanno il bis Vladimir Luxuria e Guillermo Mariotto, giraffa e puzzola, gli altri debuttano: il Mago Forest, il regista Pino Strabbioli e l’attore Enrico Ianniello. E ancora. Carolyn Smith, BB Glam la cagnolina terrier e un entusiasta Amadeus, l’armadillo Armadillus: «il mio vero alter ego». Dal basket il cestista Marco Belinelli e l’allenatore Frank Vitucci. Omaggio a Renzo Arbore il personaggio di Arborio il polpo. Il direttore del Museo della Scienza e Tecnologia di Milano Fiorenzo Galli è il gallo Leo, mentre la scrittrice Chiara Gamberale è Albachiara, mamma koala, va da sé, anch’essa scrittrice. «A Cinecittà durante il doppiaggio al mio fianco avevo mia figlia Vita. Ci siamo divertite come da tempo non capitava. Assieme abbiamo varcato una porta magica». A proposito di porte magiche, non poteva certo mancare il loro simbolo: Bruno Vespa. Nel MagiRegno è Bruno Canguro. «Insegno ad accettare le sfide e a farlo con coraggio. I bimbi devono apprendere a essere coraggiosi sin dalla loro età. Del resto dovremmo esserlo tutti. Ora in particolare è un dovere rendere migliore questo Paese. Lasciare in eredità una grande Italia alle generazioni future».