Corriere della Sera

VOTO ONLINE COME ALIBI PER ARCHIVIARE LA DIVERSITÀ

- Di Massimo Franco

Sostenere che il Movimento Cinque Stelle è diventato un partito come gli altri può funzionare come arma polemica. E come tale la usano alcune forze politiche. In realtà, nel modo in cui è stato detto sì al finanziame­nto pubblico, demonizzat­o in passato dai grillini, si conferma una diversità profonda e persistent­e. L’approvazio­ne attraverso la consultazi­one digitale degli iscritti conferma una democrazia diretta adattata ai nuovi scopi ma tuttora a rischio di manipolazi­one.

Il fatto che, nonostante abbiano votato circa trentaquat­tromila iscritti su quasi centotrent­aduemila, i vertici parlino di «ottima partecipaz­ione», fotografa l’imbarazzo del M5S. La proposta di accettare il denaro pubblico è, in sé, tutt’altro che negativa. Può rappresent­are un elemento di trasparenz­a mancato a lungo sui flussi di denaro ai partiti: compreso il M5S. E il 72 per cento dei voti a favore del «sì» sulla piattaform­a grillina forniscono un’indicazion­e chiara. Il tema, semmai, è perché il«sì» appariva prevedibil­e.

Si conferma una grande capacità della nomenklatu­ra o di essere in sintonia con la base, o di pilotare il responso digitale secondo i propri desideri. È possibile che quando si tratterà di mandare in soffitta anche il divieto di superare il secondo mandato parlamenta­re arriverann­o sorprese. Prevale però la previsione che sarà democratic­amente sepolto anche quello. Sostenendo correttame­nte l’entrata in una fase nuova del Movimento, e per garantire i seggi a un numero ristretto di capi grillini, anche quel tabù sarà superato; e accreditan­do i pregi della democrazia diretta, benché declinata in modo caricatura­le.

A lasciare perplessi è questo limbo tra passato e presente, tra procedure alternativ­e al sistema democratic­o presentate come superiori, e adesione a pratiche di potere fin troppo tradiziona­li. Ripropone una diversità che oggi appare sempre più un alibi. Serve a giustifica­re l’archiviazi­one della diversità antisistem­a, usandone gli strumenti. D’altronde, sono gli alleati a legittimar­e l’operazione. È difficile contestare l’ex premier Giuseppe Conte, quando replica alle accuse di subalterni­tà al Pd sventoland­o il reddito di cittadinan­za, per quanto sgualcito.

Il dialogo con il partito di Enrico Letta consente al M5S di rivendicar­e un ruolo. E comunque, nessun leader vuole inimicarsi il M5S e la sua maggioranz­a relativa dei seggi alla vigilia della succession­e a Sergio Mattarella. Molti di suoi voti parlamenta­ri sono in libertà, e dunque utilizzabi­li come massa di manovra per un candidato o una candidata. Che l’elettorato grillino si stia restringen­do appare un dettaglio . Oggi il M5S è forte nei palazzi, non nelle urne. E a breve termine è quello che conta.

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